Fiamme in discoteca, strage di ragazzi

A fuoco tre locali a Murcia, uno già colpito da un incendio nel 2009: 13 morti e 15 dispersi

Fiamme in discoteca, strage di ragazzi
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«Mami, ti amo. Sto per morire». Un vocale di pochi secondi, inviato alla mamma su Whatsapp alle 6,06 di ieri mattina da una ragazza che in quel momento vedeva l'inferno prendere forma attorno a lei in quella notte di sabato diventata alba di domenica e di vita diventata all'improvviso morte quasi certa.

Sono tredici i morti nella discoteca La Fonda Milagros nel quartiere di Atalayas, la zona della movida di Murcia, nel Sud della Spagna, a causa di un incendio scoppiato all'improvviso e propagatosi anche agli adiacenti locali Teatre e Golden. Tredici corpi allineati e irriconoscibili, che sono soltanto le prime biglie di un pallottoliere che purtroppo continuerà a muoversi. All'appello mancano infatti altri quindici ragazzi, si spera che qualcuno sia riuscito a fuggire da quell'armageddon e nella confusione generale non sia ancora riuscito a far sapere di avercela fatta. Ma è probabile invece che quelli che mancano siano là dentro, da qualche parte, tra cebnere e macerie, in attesa di essere ritrovati e di aggiungersi alla lugubre fila. L'identificazione dei cadaveri è reso quasi impossibile dallo stato di alcuni corpi. Le autorità hanno chiesto ai familiari delle possibili vittime di fornire l'elenco degli oggetti e delle caratteristiche fisiche che potrebbero renderli riconoscibili. A molti di loro sono stati anche prelevati campioni del dna per operare i confronti che potrebbero fare allineare la partita doppia del destino. Ci sono anche alcuni feriti, tra i quali due donne e due uomini che sono stati portati in ospedale per intossicazione da fumo. Non sono in pericolo di vita.

La maggior parte dei corpi sono stati recuperati in una stessa zona della Fonda, da dove le fiamme sono partite attorno alle 6 di ieri mattina, con un vigore tale che il soffitto è crollato, rendendo necessario puntellare il resto della discoteca rimasto in piedi per evitare nuovi crolli. Secondo alcune testimonianze, la maggior parte delle vittime apparterrebbe a un gruppo di nicaraguensi che avevano festeggiato con una cena il trentesimo compleanno di uno di loro, Eric, e poi si erano trattenuti per ballare. «Sono andato al bar per ordinare un drink senza sapere che i miei amici e la mia famiglia sarebbero rimasti intrappolati e non sarebbero riusciti a uscire», dice Walter, un componente del gruppo. La discoteca La Fonda è molto frequentata dalla comunità latinoamericana. Le autorità hanno fatto convergere inizialmente tutti i familiari al palazzo dello sport dove hanno messo loro a disposizione delle équipe di psicologi, poi li hanno trasferiti all'ospedale Reina Sofía per i prelievi dei campioni di dna.

Al momento l'ipotesi più accreditata l'incendio sia scoppiato a causa di un corto circuito nella discoteca. La polizia scientifica, i vigili del fuoco e la squadra omicidi della polizia di Murcia hanno dovuto attendere che le temperature del locale scendessero e che la zona fosse messa in totale sicurezza prima di poter ispezionare i resti del locale. Le autorità parlano di «indagini molto complicate» che potrebbero richiedere parecchie settimane. Il vicepresidente della regione di Murcia, José Ángel Antelo, parla di «catastrofe» e fa sapere che il governo farà di tutto per assistere le famglie delle vittime e per accertare le cause della tragedia. Il presidente del consiglio uscente (e forse rientrante) Pedro Sánchez, ha mandato un messaggio di solidarietà alle famiglie delle persone coinvolte dall'incendio.

La discoteca La Fonda era stata teatro di un incendio anche nel giugno del 2009, quando alcuni cavi della facciata avevano preso fuoco. Il locale fu evacuato ma non ci furono vittime. Sia il comune di Murcia sia la regione hanno dichiarato tre giorni di lutto.

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