Il grido d'allarme sui ritardi della campagna vaccinale arriva dalla prima linea. I medici di famiglia - arruolati per la vaccinazione dopo un accordo col ministero della Salute - denunciano la mancanza di dosi.
«Di vaccini anti Covid ne abbiamo visti davvero pochi, forse una dozzina a medico e tranne in alcune aree che definirei felici come il Lazio e la Calabria, dove si è partiti con le vaccinazioni, nel resto delle altre Regioni c'è poco o nulla», denuncia Domenico Crisarà, vice segretario nazionale Fimmg, Federazione italiana medici di famiglia. Solo in 10 regioni si sta partendo e quelle più avanti sono Lazio, Calabria, Toscana, ieri la Puglia,prosegue Crisarà«nelle Marche avevamo cominciato nelle Rsa e chiuso l'accordo. Ma non mi si venga a dire che siamo partiti a regime con le immunizzazioni nei nostri studi perché non è così. Ci sono gravi ritardi e c'è tanta confusione anche su quali vaccini vanno fatti, nel Lazio fanno AstraZeneca e in Calabria invece Pfizer».
Solo dieci regioni per ora hanno attivato gli accordi territoriali con i medici. Insomma si va in ordine sparso. Secondo la Federazione in alcune regioni si stanno vaccinando gli insegnanti e le forze dell'ordine con Astrazeneca, in altre no. Per esempio in Emilia Romagna i medici di famiglia vaccinano con Astrazeneca il personale docente, mentre nel Lazio gli under 65. In Piemonte i medici di famiglia hanno iniziato a vaccinare nei centri gli over 80 perché gli studi ancora non sono organizzati. In Basilicata è partita la vaccinazione negli studi per gli over 80 in alcuni comuni.
Il tema resta però la mancanza di dosi. Ieri nel comitato operativo della protezione civile convocato dal capo Dipartimento Fabrizio Curcio, con il neo commissario per l'emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo, si è ribadita la necessità di «rafforzare in ogni regione i tavoli di coordinamento con i referenti sanitari e di protezione civile per fornire un quadro di sintesi delle singole realtà regionali». L'obiettivo è intervenire «nella capacita di risposta dei territori, nella distribuzione e somministrazione in vista del prossimo incremento di dosi disponibili».
Ieri a sorpresa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato l'hub vaccinale allestito alla Nuvola di Fuksas a Roma, accompagnato dal governatore del Lazio, Zingaretti. Mentre il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha inaugurato un altro hub alla stazione Termini della Capitale: «Vincere la battaglia sanitaria è la premessa per la ripartenza economica, culturale e sociale del paese. Il virus è ancora forte e presente tra noi e le varianti lo rendono ancora più complesso da gestire e più veloce nella capacità di diffondersi. Abbiamo nuovi strumenti». Speranza ha siglato un accordo per coinvolgere i medici specializzandi nella campagna vaccinale. Un'intesa che dovrebbe portare a un rinforzo di 40mila persone in grado di inoculare le dosi che arriveranno.
«I medici parteciperanno alle attività di somministrazione a partire dal primo anno della scuola di specializzazione. La partecipazione avverrà volontariamente. Saranno le regioni a reclutare i medici specializzandi attraverso le aziende sanitarie», ha precisato il presidente della conferenza delle regioni, Stefano Bonaccini.
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