Gennaio 2025 è alle porte e lo stesso vale per il via alla norma Ue che prevede pesantissime sanzioni (fino a 17 miliardi) per i costruttori che non rispetteranno la soglia media di emissioni di CO2, abbassata dagli attuali 110 a 93,6 grammi per chilometro. Limite, allo stato dell'arte, impossibile da rispettare visto il forte rallentamento del mercato delle auto elettriche anche a novembre: quota del 5,3% e -17,4%. E se si considerano gli undici mesi, immatricolazioni -5,4% e penetrazione delle vetture a sola batteria pari al 15,1%, rispetto al 15,4% di un anno fa, con forti differenze tra Paese e Paese: giù la quota in Germania (13,4% dal 18%), sale la Francia, invece (dal 16,4% al 17%), ferma la Spagna (5,3%), quindi la refrattaria Italia che risponde con un misero 4,1%.
Per rispettare il limite di emissioni, i costruttori sono costretti ad aumentare le vendite di vetture elettriche, che trovano invece freddo il mercato. Ne consegue, paradossalmente, la riduzione delle produzioni dei veicoli endotermici con conseguenze immaginabili per il sistema automotive europeo.
Tra l'altro, c'è già chi obbliga i concessionari ad acquistare numeri importanti di vetture a batteria che, grazie allo stratagemma delle autoimmatricolazioni, risultano vendute. Per di più, le emissioni di CO2 continuano a essere calcolate allo scarico e non tenendo conto del ciclo di vita intero della vettura. I risultati sarebbero diversi.
Nonostante tutto, all'interno della Commissione Ue (gli «eco-talebani» Teresa Ribera e Wopke Hoekstra) c'è chi continua a far finta di niente. Per fortuna, però, che qualcosa, seppur con grave ritardo, si muove grazie anche alle forti pressioni del governo italiano. La Commissione Ue avvierà a gennaio il dialogo strategico sul futuro dell'industria europea dell'auto.
L'obiettivo: proporre e attuare «rapidamente» le misure di cui il settore ha «urgente bisogno».Novembre, l'ultimo mese che ha visto Carlos Tavares alla guida di Stellantis, si è intanto chiuso in Europa con -10,8% di vendite (-7,4% da gennaio). Tutti negativi i marchi italiani.
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