Francia, colpo basso del governo alla destra: "L'alleanza Ciotti-Le Pen è estremista"

La definizione del ministero dell'Interno irrita il leader dei Repubblicani e Rn: "Uno scandalo". Attal sfida la sinistra

Francia, colpo basso del governo alla destra: "L'alleanza Ciotti-Le Pen è estremista"
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La campagna elettorale francese entra nel vivo. Ed è già senza esclusione di colpi (bassissimi) anche da chi non ti aspetteresti. Il ministro dell'Interno, Darmanin, bolla la storica intesa tra lepenisti e un'ottantina di neogollisti con una sigla: «UXD», Unione dell'estrema destra, costringendo il neonato tandem a insorgere. Il patron dei Républicains Ciotti bolla l'intervento a gamba tesa del ministro come misero tentativo di destabilizzare candidati ed elettori. Per Bardella, il gesto di Darmanin «è uno scandalo democratico senza precedenti». Un modo di giocare sporco in una partita che vede la Macronie ormai assediata da destra e da sinistra. Mentre il suo Rassemblement national, grazie all'accordo, annusa l'aria di Matignon dopo il successo alle europee.

A difendere ciò che resta del fortino macroniano, ad altissimo rischio figuraccia già al primo turno del 30 giugno, è il premier uscente, tra vecchie e nuove promesse. «Sperimentare la settimana di 4 giorni» affinché i lavoratori che non possono vantare lo smart working riescano almeno a «beneficiare di un giorno di riposo in più»; consentire ai divorziati di lavorare di più nelle settimane in cui non hanno figli a carico e meno nelle altre. Attal si scaglia poi contro le sinistre, opponendosi al salario minimo di 1.600 euro netti proposto dall'alleanza socialisti-comunisti-verdi allargata all'estrema gauche di Mélenchon; perché, chiarisce, la loro misura «distruggerebbe 500mila posti di lavoro, non è la soluzione».

Se Darmanin picchia duro a destra, il bersaglio di Attal è altrettanto chiaro: demonizzare in primis il fronte popolare della gauche, accusandolo pure di antisemitismo. Spera di uscire indenne dal primo turno per poi giocarsela al secondo contro l'intesa di destra-centro. Premier dimezzato dalle europee, è però costretto a cercar soluzioni a problemi d'ogni giorno senza sforare troppo i conti già bersaglio di Bruxelles. Via le spese notarili per i francesi della classe media che acquistano la prima casa: «Fino a 15mila euro di risparmio». L'idea era del conservatore Zemmour, ma Attal taglia corto: «Se vincono le estreme, sarà la catastrofe, non lo dico io, ma le imprese». «Non alzeremo le tasse», dice accusando invece la gauche di voler coprire i costi delle sue promesse con 50 miliardi in più di balzelli già dall'estate. «Se avremo la maggioranza, aumenteremo i salari». Detassando anzitutto i fringe benefit aziendali. Infine in tv chiede un voto solo per lui: «Non è un'elezione presidenziale, si sceglie il premier». Ma ce n'è già uno, in pectore. Bardella, che accanto a Ciotti ieri ha rassicurato gli imprenditori del Medef (la Confindustria francese) sui temi economici, vero nervo scoperto del Rn. Scelgono di sedersi vicinissimi (su un unico divano quando ce ne sono due). Una foto: contro l'uomo solo di Matignon che vuol raddoppiare il bilancio dell'esercito entro il 2030 per sostenere l'Ucraina senza spendere troppo per i francesi; che cerca legittimità e una maggioranza che Macron non gli ha dato limitandosi a promettere un taglio alle bollette della luce del 15%, ma dal 2025; pensioni adattate all'inflazione.

E che, per rubacchiare voti a sinistra, strizza l'occhio ai verdi raddoppiando il parco auto elettriche fino a 100mila per il leasing sociale: con 100 euro al mese, le famiglie con redditi bassi possono noleggiarne una. «A gennaio sono stato nominato, ora voglio che i francesi mi scelgano».

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