Francia, riapertura a zone e 700mila test a settimana

Dall'11 maggio ci saranno aree verdi o rosse in base al rischio. Obbligo di mascherina nei negozi

Francia, riapertura a zone e 700mila test a settimana

«È il momento di dire alla Francia come la nostra vita riprenderà». Tocca al premier Edouard Philippe presentarsi in Parlamento a spiegare che dall'11 maggio riapriranno i negozi; tutti, non solo quelli legati ai beni essenziali. E progressivamente anche le scuole come già annunciato da Emmanuel Macron nel discorso di Pasquetta. Philippe lo fa chiedendo un voto ai deputati sulla «strategia» del governo, che programma la ripartenza liberando anzitutto i cittadini dai lacciuoli dell'autocertificazione: «Non servirà più per muoversi fino a 100 chilometri». Serrati teatri e cinema almeno fino al 2 giugno, la decisione sulle riaperture di bar e ristoranti arriverà a fine maggio.

Troppo presto per chiudere il cerchio su tutto. Ma il premier è tranchant: «Se il lockdown ha rappresentato una tappa necessaria, potrebbe avere effetti deleteri a lungo andare, sopratutto per l'economia». Nonostante le incognite sul riaccendersi dei contagi, il governo sceglie quindi un D-Day progressivo e condizionato all'andamento epidemiologico che il 7 maggio - data di verifica dei numeri - potrebbe rimettere in causa parte degli annunci. Unica certezza, il calcio resta a riposo fino a settembre: «Stagione finita». Sport (da soli) solo all'aperto. Niente Roland-Garros, in forse il Tour de France.

Il limite per gli assembramenti è fissato a 10 persone, ma c'è libertà di scelta su cosa fare senza perdersi in irritanti esemplificazioni. Liberté con responsabilité, insomma. E Fase 2 anche per i piccoli musei, pronti a riaprire col dovuto distanziamento sociale.

Con l'uso diffuso di mascherine - ma non generalizzato - la Francia prova dunque a recuperare Pil e quotidianità. Senza lasciare nulla al caso. Saranno infatti sindaci e prefetti a vigilare sul territorio, valutando la riapertura anche dei mercati. Centri commerciali oltre i 40 mila metri quadrati chiusi. Trasporti «limitati» e mascherine obbligatorie per bus e metro, presidiate fino ai vagoni.

Una strategia a trittico: «proteggere» con i Dpi, «testare» (700mila quelli rapidi a settimana dall'11 maggio), «isolare» (in casa per 14 giorni i positivi o negli hotel già requisiti). Accesso ai negozi subordinato alla mascherina, specie in assenza di barriere in plexiglass in cassa: decideranno i proprietari. Gel disinfettanti e gesti barriera anche nella scuola, che cerca di tornare centrale per il funzionamento del Paese.

Ripartono nidi e materne: 10 bimbi per classe e obbligo di mascherina per gli insegnanti. E le elementari con frequenza facoltativa. Le medie aspettano il 18 maggio, i licei fine mese. L'insegnamento da remoto, in smart working, ha evidenziato enormi limiti in Francia. Urgeva quindi dare risposta immediata a chi non ha la possibilità di «connettersi» ed anche permettere ai genitori di andare a lavoro garantendo ai figli un'istruzione in classe. Ma ieri il premier ha dato anche una «lezione» di democrazia: «Niente nella Costituzione ci imponeva di presentare la strategia in Parlamento, potevamo farlo in tv o in conferenza stampa, ci è però sembrato necessario far votare i deputati e non relegarli al ruolo di commentatori». Dall'11, dice Philippe, il successo della ripresa si baserà «sul civismo di ogni francese». Le riaperture dipendono dalla curva dei contagi.

Il rischio è «forte», perciò sarà «deconfinamento» più o meno «severo» in base ai dipartimenti, da classificare in «verde» o «rosso». Per ora, niente festival fino a settembre né cerimonie religiose fino al 2 giugno. Chiese e cimiteri aperti e stato di emergenza sanitaria da prolungare per legge fino al 24 luglio.

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