Anche il ministero della Cultura, dopo quello della Salute, pensa di intervenire per contrastare «Carone». In queste ore i direttori museali stanno valutando assieme al direttore generale Massimo Osanna se limitare l'accesso ai monumenti a cielo aperto in tutta la penisola nelle ore più calde. Come il Colosseo a Roma che i temerari dovrebbero visitare sfidando il record dei 42 gradi. Ma la tempesta di calore africano ha investito tutta l'Italia e oggi, le città meno roventi saranno solo Bari, Catania, Civitavecchia, Milano, Reggio Calabria, Torino e Genova. Domani invece, su 27 città monitorate, solo Bolzano e Genova avranno un bollino giallo, Milano e Reggio Calabria il bollino arancione, mentre il resto dell'Italia è disseminato dai bollini rossi, cioè di allerta massima di rischio sanitario per tutta la popolazione perché le temperature si aggireranno attorno ai 40 gradi.
Dunque, l'asticella di allerta sale inesorabilmente: se ieri erano 17 le città bollenti, oggi sono 20 e domani saranno 23. Tra queste spicca appunto Roma che potrebbe battere un record: secondo la mappa fornita da Meteo.it, nella capitale sono previsti 4 gradi in più sulla massima dell'estate 2003, con un balzo da 38°C a 42°C. Temperatura che potrebbe dunque superare quella registrata il 28 luglio 1983, con la stazione meteorologica di Roma Ciampino che fece registrare 39,4 gradi e la stazione di Roma Urbe segnò 40 gradi. L'anticiclone Caronte dunque consiglia di mettersi tutti in salvo. Lo caldeggia anche il ministero della Salute che ieri ha diramato una circolare con le raccomandazioni inviate alle Regioni per rafforzare la risposta territoriale alle richieste di assistenza sanitaria contro i colpi di calore soprattutto per i soggetti più fragili. E' richiesta l'attivazione degli ambulatori territoriali per 12 ore ma 7 giorni su 7, il potenziamento del servizio di guardia medica, la riattivazione delle Uscar per favorire l'assistenza domiciliare. Inoltre, viene «fortemente raccomandata» l'attivazione del «codice calore» ovvero un percorso assistenziale preferenziale e differenziato in tutti i Pronto Soccorso.
Una raccomandazione ritenuta superflua dai medici che stanno in prima linea. «Noi lavoriamo per codice di priorità spiega Fabio De Iaco, presidente della Simeu , la società italiana di medicina d'urgenza e i colpi di calore prevalgono sulle altre patologie solo se causano effetti indesiderati significativi. Questo perché il colpo di calore ha una gradualità pazzesca difficile da ingabbiare in un codice colore». Il classico colpo di calore, continua De Iaco,«può provocare un semplice malessere lieve, cefalea, febbre, ma anche svenimento, disidratazione, convulsioni nei bambini, fino all'arresto cardiaco nel caso sia intenso e protratto nel tempo o si verifichi sui pazienti fragili».
Insomma, al di là delle raccomandazioni, nei pronto soccorso tutto dovrebbe funzionare come sempre e i colpi di calore non sono mai stati sottovalutati. Quello che si può raccomandare, però, è non precipitarsi in ospedale ai primi sintomi di malessere. «Quando si è di fronte a un lieve malore per colpa del caldo suggerisce l'esperto - bisogna sdraiare il paziente e fargli tirare su le gambe a 30 gradi. Poi bisogna raffreddarlo con impacchi freschi su tutto il corpo, meglio se in una vasca da bagno.
Con queste manovre, spiega De Iaco, nel giro di una mezz'ora si dovrebbero vedere miglioramenti. Se così non fosse allora è il caso di far intervenire un medico o di presentarsi in ospedale se la persona è fragile o molto anziana».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.