Il centrodestra ribadisce il suo no alla proposta di legge sul salario minimo per legge a nove euro lordi l'ora e presenta un emendamento soppressivo del testo in Commissione Lavoro alla Camera. Ma mentre stoppa il salario minimo, il governo rinnova il contratto della scuola con aumenti mensili tra 124 euro e i 190 euro per 1,2 milioni di dipendenti, tra docenti e direttori dei servizi generali e amministrativi. Perciò stridono ancora di più le proteste scomposte delle opposizioni, che bollano l'emendamento della maggioranza come «uno schiaffo ai lavoratori». In realtà, secondo fonti parlamentari di centrodestra, lo stop al salario minimo è semplicemente una conseguenza della chiusura dei progressisti rispetto a qualsiasi ipotesi di discussione trasversale sulla contrattazione. Pd, M5s, Azione, + Europa e Alleanza Verdi e Sinistra, promotori del testo unitario sul salario minimo a prima firma Giuseppe Conte, salgono subito sulle barricate, ma fonti della maggioranza nel pomeriggio spiegano la scelta parlamentare dell'emendamento soppressivo. «Le opposizioni hanno preferito fare di un tema così importante un totem di propaganda in vista dell'estate», dicono dal centrodestra. Il salario minimo, con la convergenza tra Carlo Calenda e i giallorossi, è diventato un ariete per spaccare il Terzo Polo e rifondare il «campo largo». «Non credo al salario minimo per legge perché credo alla buona contrattazione collettiva», spiega la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone.
I progressisti rispondono, alzando ancora l'asticella dello scontro politico. «Così umiliano 3 milioni e mezzo di lavoratori», incalza la segretaria del Pd Elly Schlein. «Uno schiaffo in faccia a tre milioni di lavoratori», twitta il senatore dem Antonio Misiani. I fedelissimi di Schlein reagiscono compatti, dai capigruppo Chiara Braga e Francesco Boccia alla vicepresidente del Pd Chiara Gribaudo. Eppure il tema viene declinato diversamente tra i dem. L'ala riformista avrebbe preferito una proposta più sfumata e orientata verso la contrattazione. Il governatore della Campania Vincenzo De Luca semina dubbi: «Bisogna stare attenti. Dobbiamo fare una operazione verità, altrimenti la misura rischia di essere controproducente». Matteo Salvini attacca Schlein: «Fa ridere sentir parlare di salario minimo da una signorina che paga 300 euro il personal shopper».
Conte alza i toni. «Meloni e la maggioranza sono convinti di avere avuto con le elezioni il mandato politico di insultare gli italiani», spara l'ex premier. Che collega il tutto ai vitalizi: «Vi è chiaro? Salario minimo no, vitalizi massimi sì, nessuna tregua finché non li taglierete». Secondo la grillina Nunzia Catalfo, ex ministra del Lavoro, «la destra calpesta la Costituzione». Ira anche di Azione con Matteo Richetti e di Verdi e Sinistra con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Da Italia Viva Matteo Renzi boccia il testo delle altre opposizioni e propone «la partecipazione dei lavoratori agli utili».
Dopo i dubbi espressi dalla Cgia di Mestre bocciano il salario minimo anche Confapi e Confesercenti. Perfino il segretario della Cisl Luigi Sbarra critica il testo dei progressisti: «Il salario minimo serve, ma è da fare attraverso la contrattazione». Mentre il numero uno della Cgil Maurizio Landini ammette il «risultato importante» del rinnovo del contratto della scuola.
«È un passo fondamentale in un settore cruciale per il Paese», secondo il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo. «Con il nuovo contratto valorizzato il personale», dice il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara (nella foto).
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