Il sottosegretario leghista alle Infrastrutture Edoardo Rixi prova a gettare acqua sul fuoco ma la verità è che sul terreno delle grandi opere i rapporti fra Lega e MoVimento Cinque Stelle sono assai problematici.
Dalla festa di Pontida l'esponente ligure del Carroccio tenta di arginare le domande dei cronisti sulla non facile convivenza col ministro grillino Danilo Toninelli, acerrimo nemico - come buona parte del suo partito - della realizzazione di infrastrutture strategiche come la Tav o il Terzo Valico.
E proprio in virtù delle sue origini Rixi non può non essere consapevole dell'urgenza di migliorare la connessione fra la Liguria e la pianura padana, affidata a una linea ferroviaria insufficiente. "Ci servono gli investimenti pubblici, ci serve dar lavoro alle persone, ci serve far crescere il Pil. Sono gli elementi trainanti dell’Italia e fermare le infrastrutture sarebbe un’azione insensata", spiega. Il linguaggio è diplomatico ma il senso è chiaro: lo sviluppo infrastrutturale del Paese non si può fermare.
Certo, la ragion di governo è forte e per questo Rixi tenta di minimizzare l'opposizione grillina alle grandi opere: "Nei Cinquestelle la parte maggiormente ostile alle infrastrutture non è in realtà così preponderante, mentre tutti i nostri elettori sanno benissimo che mettere un freno a questo sviluppo vorrebbe dire condannare il Paese." Un po' come a dire: va bene strizzare l'occhio ai fautori della decrescita felice ma quando si parla di sviluppo dell'Italia la politica della Lega è un'altra.
Peccato che, al
netto della luna di miele in fatto di chiusura dei porti, il ministro alle Infrastrutture Toninelli sia stato molto chiaro sul futuro delle grandi opere. Le sue dichiarazioni sulla neccessità di "rivedere integralmente" l'opportunità di proseguire i cantieri fanno volare gli stracci con l'alleato di governo leghista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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