Gregoretti, una "trappola" per il 20 gennaio della maggioranza

Il Pd accusa il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, di non essere più super partes. Lei replica: "Respingo messa in discussione mia terzietà"

Gregoretti, una "trappola" per il 20 gennaio della maggioranza

La Giunta per le immunità del Senato voterà il prossimo 20 gennaio l'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per il caso dei 131 immigrati non fatti sbarcare dalla nave Gregoretti. L'ha deciso la Giunta per il regolamento, approvando l'ordine del giorno del centrodestra, nonostante scadano oggi i giorni perentori. Alla votazione ha partecipato anche il presidente del Senato Elisabetta Casellati, votando a favore.

Ciò ha fatto scoppiare fortissime polemiche a Palazzo Madama, con la maggioranza che si è scagliata contro la seconda carica dello Stato. "Da oggi è certificato, dai suoi atteggiamenti e dalla sua volontà di esprimersi che la presidente del Senato non è più super partes e ha deciso di entrare, per motivi suoi che riteniamo non sufficienti, di scendere pesantemente nell'agone politico diventando un presidente Senato di parte", ha affermato in Aula il capogruppo del Pd Andrea Marcucci.

La Casellati, però, non accetta le accuse. "Si respinge con forza ogni ricostruzione che possa mettere in discussione la terzietà della sua azione ovvero connotarla politicamente", si legge in una nota. Inoltre nel testo si spiega che il presidente non ha votato “né per la maggioranza, né per l'opposizione", ma che si è "espressa a favore di una proposta avanzata da un singolo componente della Giunta, al fine di garantire la mera funzionalità degli organi del Senato".

La maggioranza, però, proprio non ha digerito il voto del presidente del Senato e adesso minaccia di disertare la seduta di lunedì, un’assenza strategica per rinviare la questione a dopo le Regionali. Non a caso. La sinistra e il M5s ipotizzano che il voto il 20 gennaio potrebbe essere un’arma a vantaggio del centro-destra negli ultimi giorni di campagna elettorale.

La mattinata si era aperta con la riunione della Giunta per il regolamento chiamata a decidere sulla data del voto. La proposta viene presentata dalla minoranza. La maggioranza, però, ha sostenuto che si trattava di “un quesito manipolatorio”. Questo la domanda: “Si sottopone a codesta Giunta per il regolamento la richiesta di dichiarare che il termine di cui all’art. 135 bis terzo comma del regolamento del Senato abbia natura ordinatoria e non perentoria”.

Burocratese a parte, votando ‘No’ si ritiene ‘perentorio’ il termine del 20 gennaio, poiché la Giunta per regolamento ha 30 giorni di tempo per esprimersi e, pertanto, i lavori devono tenersi nonostante lo stop degli altri organi di Palazzo Madama. La Giunta per il regolamento è composta da sei componenti della maggioranza ,2 Pd, 2 M5S, uno misto e uno autonomie, e sei dell’opposizione, 3 Lega, 2 Fi, 1 Fdi.

Il voto sarebbe finito in pareggio e a prevalere sarebbe stato il ‘No’, dunque la minoranza. Anche i sei rappresentanti della maggioranza hanno votato ‘No’ dando l'unanimità alla ‘perentorietà’ del termine dei 30 giorni previsti dal regolamento entro i quali la Giunta per le autorizzazioni deve esprimersi sul caso Salvini-Gregoretti.

E così la tensione, già alta, sale alle stelle subito dopo quando lo scontro tra maggioranza e opposizione si è spostato sul conteggio dei giorni. Da Pd, M5s, Misto e Autonomie si fa sapere che il temine ultimo scadrebbe oggi e non lunedì. La maggioranza prova ad accelerare rischiando il tutto per tutto in quanto due componenti, Pietro Grasso e Michele Giarrusso, sono assenti perché in missione in Usa. Tira e molla e si arriva la voto decisivo. L’opposizione si schiera per votare il prossimo lunedì mentre la maggioranza, appellandosi al fatto che i 30 giorni scadono oggi, chiede di votare subito. Poi arriva il voto della Casellati, che ha sbloccato l’impasse. E il risultato finisce 7-6 per il centro-destra. Il voto di lunedì dovrebbe aprire al via libera del Senato al processo a Salvini con il voto in Aula che potrebbe arrivare entro metà febbraio.

La tensione non è finita.

La Giunta lunedì dovrebbe arrivare a votare la relazione del presidente Maurizio Gasparri, che chiede di non autorizzare il tribunale dei ministri di Catania a processare l'ex ministro dell'Interno Salvini, per il reato di 'sequestro di persona' in merito al divieto di sbarco dei 131 migranti al largo di Augusta, avvenuto lo scorso luglio. La maggioranza, però, anche in aperta polemica con la Casellati potrebbe non presentarsi in Giunta per le Autorizzazioni a procedere.

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