Greta Thunberg, la paladina green dei giovani ha poche idee e pure confuse. Nella sua ultima uscita, ad Amsterdam, durante la quale avrebbe dovuto parlare unicamente di questioni ambientali, è riuscita a tirare in ballo anche il conflitto tra Israele e Hamas. La giovane, con la drammaticità che la contraddistingue, ha infatti detto che non c'è alcuna giustizia climatica nei territori occupati. Ovviamente senza portare alcun dato o informazione in più. Ma questa è la propaganda che funziona. Quella che colpisce alla pancia senza preoccuparsi di arrivare alla testa. È la propaganda che affascina e ammalia le masse.
Dopo aver sentito le parole pronunciate da Greta, un uomo presente alla manifestazione sale sul palco e cerca di prenderle il microfono: «Credevo fossimo qui a parlare di ambiente, non di politica». Prova a parlare, ma viene preso da una donna che indossa la kefiah e scortato via. «Vai giù», dice Greta con un sorriso tronfio. I manifestanti green, galvanizzati ed esaltati, iniziano a scandire lo slogan: «Nessuna giustizia climatica nei territori occupati». Greta, ovviamente, si accoda in estasi.
Un filmato del genere è manna per la propaganda palestinese, impegnata a trovare sponde in Occidente. E così è stato preso e rilanciato su X, il vecchio Twitter, da Quds news network. Ora, è interessante notare una cosa: questo canale, che sembra super partes e che è frequentato soprattutto dai giovani palestinesi, sarebbe in realtà affiliato ad Hamas. Non è un media neutro, quindi. Ma è legato a un gruppo terroristico. Tant'è che, dal 2019 al 2021, Quds news network era stato sospeso da Twitter, per poi essere reintegrato. Sempre nel 2021, il canale palestinese è stato bandito anche da Tik Tok per i contenuti, spesso violenti e di propaganda, che pubblicava. Singolare il fatto che, davanti alla censura di un social network cinese, il direttore di Quds news network se la sia presa con l'Occidente: «Da anni, le app americane, tra cui Facebook, Twitter e WhatsApp, cancellano e disattivano gli account dei palestinesi in coordinamento con il governo israeliano e le agenzie di sicurezza, con il pretesto di impedire l'incitamento all'odio palestinese sulle piattaforme».
Il video ha incoronato Greta a paladina non solo degli ambientalisti, ma anche dei palestinesi. Del resto, a due settimane dall'inizio del conflitto, la giovane aveva affermato: «Settimana numero 270. Oggi scioperiamo in solidarietà con la Palestina e con Gaza.
Il mondo ha bisogno di far sentire la sua voce e chiedere un immediato cessate il fuoco, oltre a ottenere giustizia e libertà per i palestinesi e tutti i civili coinvolti». Ora è arrivata anche la stima dai canali pro Hamas. Dal verde climatico a quello delle bandiere dei terroristi, il passo per Greta è stato breve.
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