Salvini non può baciare pubblicamente il rosario, Grillo può scrivere pubblicamente di essere l'inviato di Dio. Anzi, può farselo scrivere da Dio stesso, in un post sconclusionato quanto il discorso del capo della Lega al Senato ma in compenso molto più blasfemo. Che nessuno vi abbia trovato niente da ridere mi sembra ovvio: Grillo è uno scrittore come Salvini è un oratore, le sue battute sulla carta (o sullo schermo) non funzionano, prendono vita solo quando ci mette la voce, il corpaccione, gli occhi roteanti nelle orbite... Che nessuno vi abbia trovato niente da ridire è molto più strano. Ma come? Il sempre cinguettante Padre Spadaro, il gesuita che non parla mai di Gesù ma soltanto di politica, colui che aveva tuonato contro il rosario salviniano definendolo «sanguisuga della fede», adesso tace? Il Beppe Grillo che nel fotomontaggio allegato al post si paragona a Mosè che divide le acque del Mar Rosso, alla fede cosa sta facendo? Una trasfusione? E non mi si venga a dire che un conto è un comico e un altro conto è il ministro dell'interno. È qualcosa che si poteva pensare fino al 2007, prima del primo Vaffa-Day: in dodici anni perfino padre Spadaro, che dirige una rivista nata ai tempi in cui Berta filava e il Pontefice regnava, dovrebbe essersi accorto che Grillo è uno degli uomini politici più potenti d'Italia, con tutte le responsabilità conseguenti. Ma niente, un nutrito gruppo di missionari, teologi e biblisti ha firmato contro Salvini una violentissima lettera in cui, per aver manifestato la sua devozione mariana, lo si pretende denunciato e sanzionato ai sensi degli articoli 403, 404 e 405 del Codice Penale (fino a due anni di reclusione!). Mentre intorno a Grillo non si sente volare né una mosca né un monsignore. Vorrei chiedere a questi missionari-teologi-biblisti, guarda caso in perfetto accordo col presidente del centro islamico di Milano (Allah e antifa uniti nella lotta!), a questi strani cattolici a cui la corona del rosario fa lo stesso effetto prodotto nei vampiri dalla corona di aglio, se nel post grillesco le fattispecie degli articoli 403, 404 e 405 non le riscontrano. Secondo me ci sono eccome, ad esempio quando Grillo mette in bocca a Dio le seguenti parole: «Io ho scelto lei, signor Beppe, per diffondere questo panorama, questo feeling». In pratica il fondatore del movimento Cinque Stelle sta incolpando Dio dell'attuale situazione politica: se non è vilipendio questo...
Tuttavia non farò nulla: Cristo in Matteo 5,25 mi ha insegnato che non bisogna denunciare nessuno né istigare a farlo, figuriamoci per reati d'opinione, e in Matteo 7,15 che le persone si giudicano dai loro frutti, e il frutto dell'attivismo di questi sedicenti cristiani è, guardatevi intorno, un'Italia piena di maomettani.
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