Macché scissione, Beppe Grillo ora rivendica il «diritto all'estinzione» del M5s. Il Garante risponde dopo due giorni alla decisione di Giuseppe Conte di stoppare il contratto di consulenza con il fondatore. Sceglie di farlo con un video, ma senza impuntarsi su questioni regolamentari o economiche. Grillo mette in scena un mezzo de profundis della sua creatura, invitando l'ex premier a fare «il suo bel partito», «il suo manifesto, con la sua faccia, bella, simpatica e sincera», svelena il comico. Che soprannomina Conte «il Mago di Oz». Quindi suggerisce all'avvocato di Volturara Appula lo slogan per il suo nuovo Movimento: «Oz e i 22 mandati, potrebbe anche arrivare all'8%». Ma il succo del messaggio è nel funerale dei Cinque Stelle. Anche se Grillo, alla fine del messaggio, lascia aperto un piccolo spiraglio per una traversata nel deserto dell'ortodossia, quando scandisce che il «movimento non è biodegradabile, è compostabile, contiene ancora l'humus, gli zuccheri, le proteine, è molto moderno». Forse può diventare un'associazione e ripartire da zero, magari con Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista, sempre dopo aver scippato a Conte lo storico simbolo? Fatto sta che, per il momento, la prospettiva sembra quella di una resa da parte di Grillo.
«Io non voglio assolutamente fare casino o meno, lo rivendico da creatore del Movimento. Rivendico il mio diritto all'estinzione del Movimento. Io quando vedo questa bandiera dei Cinque Stelle, con davanti il mago di Oz che parla di democrazia diretta, mi viene un buco nello stomaco», dice il fondatore nel video. «Accampo questo diritto all'estinzione perché il Movimento non c'è più. È evaporato», sospira. Poi tenta di marcare le distanze con le modalità di comunicazione di Conte: «Vorrei anche dire due cose, io, dopo Bruno Vespa. Anche Vespa si inserisce in questa liturgia terrificante di avvocati e notai. Già leggere un libro di Vespa è perversione figurarsi metterti dentro con un'intervista lì, siamo nel feticismo della comunicazione, quindi è tornare a trent'anni indietro». L'ultima stilettata è sui candidati per le regionali, «catapultati, messi lì». «I candidati che appoggiano questo movimento progressista di sinistra, chi li ha votati? C'è stata una votazione dal basso? Questa sarebbe la democrazia dal basso?» continua riferito alle elezioni in Emilia-Romagna e Liguria.
Conte si limita a dire che il M5s «si sta riossigenando». Ma chi gli è vicino fa notare come «lo Statuto del Mago di Oz», al centro delle critiche del fondatore, «alla fine sia stato accettato da Grillo, dopo che ha tentato, senza riuscirci, di far modificare le norme che riguardavano il Garante».
Nel frattempo, la domanda è sempre la stessa: ma cosa farà Grillo? Nel M5s fa più paura il duo Di Battista-Casaleggio, con l'imprenditore che venerdì ha detto che l'ex deputato e il fondatore potrebbero coinvolgere i giovani e giovedì ha specificato: «Il simbolo è mio». Ed ecco la suggestione.
Il protagonista della battaglia legale per scippare il logo a Conte potrebbe essere proprio l'ex guru. Ma a una scissione credono in pochi. «Vogliono togliersi lo sfizio di riprendersi il simbolo», spiega un ex parlamentare grillino di primo piano. E poi? L'estinzione.
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