Guerra tra Ong: indagata anche Save the children

I tedeschi della Jugend Rettet accusano i colleghi. Ma la loro nave Iuventa resta sequestrata

Guerra tra Ong: indagata anche Save the children

E adesso l'inchiesta della procura di Trapani coinvolge Save the children, la seconda Ong a finire sotto la lente degli investigatori per i disinvolti, se non peggio, recuperi di migranti al largo della Libia. Sotto indagine per l'ipotesi di reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina è finito Marco Amato, il comandante di nave Vos Hestia utilizzata dall'organizzazione umanitaria per la operazioni nel Mediterraneo. «Ribadiamo con forza che Save the Children ha sempre agito nel rispetto della legge durante la missione di ricerca e salvataggio e confermiamo, ancora una volta, che l'Organizzazione non è indagata», ci tiene a precisare l'Ong. Una sottile foglia di fico tenendo conto che a bordo di Vos Hestia c'era una squadra di Save the children ed un capo team, che rispondeva al quartier generale a Roma e coordinava le operazioni di recupero dei migranti proprio con il comandante indagato.

Un filmato mandato in onda giovedì sera da Matrix, su Canale 5, mostra chiaramente l'andazzo al largo della Libia fino ad un paio di mesi fa. Le immagini girate in giugno da bordo di uno dei gommoni di salvataggio di nave Vos Hestia riprendono in primo piano un grande barcone azzurro stracolmo di migranti. Il mare è piatto, nessun pericolo. Accanto al barcone si notano perfettamente un paio di natanti più piccoli con a bordo gli scafisti che hanno accompagnato i migranti fin davanti alla nave di Save the children. I figuri attendono di recuperare il barcone o il motore. L'aspetto più incredibile è che uno di questi sale a bordo del barcone e con un tubo di gomma ordina ai migranti cosa fare menando frustate. Il tutto avviene sotto gli occhi della squadra di recupero di Save the children sul gommone a pochi metri di distanza. Nessuno sembra porsi il problema di fare da taxi del mare dei trafficanti libici.

Il comandante Amato è stato indagato grazie alle testimonianze di due addetti alla sicurezza ingaggiati dalla Ong e da un agente sotto copertura a bordo della nave. In realtà a chiamare in causa Save the children è stata anche la difesa della prima Ong coinvolta nell'inchiesta, la tedesca Jugend Rettet, per il sequestro di Iuventa la loro nave. L'avvocato Leonardo Marino ha fatto una ricostruzione «parallela», che secondo il legale smonta «le false accuse» dell'inchiesta di Trapani. E chiama in causa altre Ong: «A coordinare le operazioni di soccorso non eravamo noi con la Iuventa bensì la Vos Hestia, sotto il costante e diretto controllo della Guardia costiera» e nella zona operava, a poca distanza, la nave Seefuchs di Sea Eye, un'altra Ong oltranzista tedesca.

L'accusa descrive un episodio del 18 giugno con tanto di documentazione fotografica che mostra un gommone degli umanitari riportare verso la Libia un barcone poi riusato dai trafficanti per caricare altri migranti. Secondo la difesa di Jugend Rettet «i gommoni nelle fotografie non sono della Iuventa, ma di Vos Hestia», la nave di Save the children.

Ieri il tribunale del riesame di Trapani ha respinto l'istanza di dissequestro di nave Iuventa presentata il 19 settembre. Non solo l'inchiesta sta coinvolgendo altre Ong, ma le stesse organizzazioni umanitarie per difendersi chiamano in causa la Guardia costiera italiana, che segnalava i barconi dei migranti.

La forza navale sotto il controllo del ministro Graziano Delrio ha svolto un ruolo a dir poco ambiguo. L'avvocato Marino, legale della Ong tedesca Jugend Rettet, è ancora più netto: «O si indagano tutti, Guardia costiera compresa, oppure nessuno».

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