Nel suo primo discorso dopo il giuramento da presidente dell'Iran, Masoud Pezeshkian parla di «un Iran potente, desideroso di pace e dignitoso», con il quale il mondo dovrebbe collaborare cogliendo «questa opportunità senza precedenti, per affrontare le questioni regionali e globali». Ma a dimostrazione della distanza fra le parole e i fatti, il giorno del giuramento del nuovo presidente iraniano Pezeshkian, celebrato alla presenza di circa 90 delegazioni di altrettanti Paesi, si è trasformato anche nel ritrovo dei leader più estremisti della regione. A Teheran sono accorsi infatti gli alleati più integralisti, attualmente impegnati in una guerra o in una «resistenza» (come la chiamano loro) dichiarata contro Israele, unica democrazia della regione. Nella Repubblica islamica ieri c'erano infatti il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, e il capo della Jihad islamica, il segretario generale del Movimento Ziyad Nakhaleh, che hanno partecipato alla cerimonia di insediamento del presidente e hanno entrambi incontrato la Guida Suprema dell'Iran, l'Ayatollah Khamenei. Incontri avvenuti proprio nel giorno in cui l'altro alleato dell'Iran, il gruppo estremista sciita Hezbollah, ha ammesso la paternità dell'ultima azione sanguinosa che ha ucciso 12 bambini drusi nel nord di Israele, al confine con il Libano. Ed è lo stesso giorno in cui gli Stati Uniti hanno annunciato nuove sanzioni contro 5 individui e 7 entità ritenuti «facilitatori del programma missilistico e dei droni iraniano.
Il neo presidente Pezeshkian non ha perso occasione di esprimere il forte desiderio di un mondo in cui il popolo palestinese sia libero dall'occupazione israeliana: «I sogni di nessun bambino palestinese siano sepolti sotto le macerie delle loro case». Infine, sul fronte interno, ha delineato gli obiettivi della sua amministrazione, promettendo di dare priorità allo sviluppo sostenibile, alla forza economica e al miglioramento degli standard di vita del popolo iraniano.
Quanto alla Guida Suprema, ieri in un post su X Alì Khamenei ha criticato la cerimonia di
apertura dei Giochi Olimpici di Parigi: «Il rispetto per Gesù Cristo è una questione indiscutibile e definitiva per i musulmani. Condanniamo questi insulti rivolti alle figure sacre delle religioni divine, compreso Gesù Cristo».
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