"I conservatori sembravano più i comunisti cinesi.Troppe tasse, concessioni agli woke, derive green"

Il pensatore: "Solo Farage ha saputo interpretare il senso comune"

"I conservatori sembravano più i comunisti cinesi.Troppe tasse, concessioni agli woke, derive green"
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John O'Sullivan, speechwriter di Margaret Thatcher, già direttore di National Review e fondatore del Danube Institute, non si sarebbe mai aspettato di dover assistere a una sconfitta dei Tories come quella avvenuta giovedì. È profetico il titolo del suo ultimo libro Sleepwalking into wokeness: how we got here.

Mr. O'Sullivan come sono arrivati a questo punto i conservatori? Cosa non ha funzionato?

«La risposta è semplice, hanno abbandonato le politiche conservatrici. Dopo che è avvenuta la Brexit i conservatori non hanno utilizzato nessuno dei possibili vantaggi derivanti dal voto nel referendum, dopo il Covid hanno adottato politiche assimilabili a quelle del Partito Comunista Cinese pagando le persone per stare a casa e non lavorare. Il Partito conservatore ha abbandonato le sue politiche contro l'immigrazione che è invece cresciuta molto negli ultimi anni e hanno sposato le politiche ambientaliste del net zero emissions che è irrealizzabile entro il 2050 con la conseguenza di aumentare le tasse ai cittadini».

Si sono persi gli insegnamenti di Margaret Thatcher?

«Senza dubbio sì, in particolare il Conservative Party ha dimenticato le politiche economiche della Thatcher che avevano portato prosperità alla Gran Bretagna ma vado più a fondo nell'analisi. Negli ultimi anni c'è stato un attacco alla storia inglese da parte di movimenti radicali che hanno criticato l'Impero Britannico per la schiavitù. Eppure la Gran Bretagna è stata la prima nel mondo ad abolire la schiavitù e, quando istituzioni come il British museum o altre organizzazioni che dovrebbero difendere la cultura britannica l'hanno messa in discussione, i Tories non hanno fatto nulla e non sono stati in grado di difendere la nostra storia. Così come non hanno dato una risposta decisa alla teoria del gender sottolineando che un uomo è un uomo e una donna è una donna. Non c'è stata una difesa del Common Sense».

Farage è stato attento a intercettare questi temi?

«Farage ha un forte senso della storia basato sul Common Sense e per questo ha avuto un importante impatto elettorale, per la prima volta il Conservative Party ha avuto un forte oppositore a destra ed è il motivo per cui molti conservatori hanno votato per lui».

Cosa ne pensa del nuovo primo ministro Keir Starmer?

«Essere primo ministro è anche una questione di abilità e lui è stato senz'altro abile. È un uomo di sinistra ma non radicale, è un uomo della cosiddetta quiet left e non penso sia interessato a questioni come killing capitalism. Il vero problema è che renderà la Gran Bretagna una nazione non viva e vibrante ma burocratica».

Infine una domanda sul governo italiano di Giorgia Meloni, qual è la sua opinione?

«Ammiro Giorgia Meloni, penso sia intelligente e abbia idee conservatrici e di buon senso a difesa della nazione, della famiglia, della comunità, penso debba contrastare il tentativo di cancellare le nazioni a favore di

entità sovranazionali. Oggi è in atto un confronto tra conservatori e liberal, vedremo cosa accadrà domenica in Francia e se ci sarà un cambio. Voi in Italia avete delle circostanze politicamente favorevoli, siete fortunati».

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