"I corpi di 4 ostaggi morti in cambio di 602 palestinesi"

Secondo alcuni media israeliani, Israele avrebbe detto ai Paesi mediatori di essere disposto a rilasciare i detenuti palestinesi, se Hamas restituirà prima possibile i quattro corpi

"I corpi di 4 ostaggi morti in cambio di 602 palestinesi"
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Braccio di ferro tra Israele e Hamas sulla liberazione dei 602 palestinesi che avrebbero dovuto essere scarcerati sabato scorso, in cambio del ritorno degli ultimi 6 ostaggi vivi, ma che non sono mai stati liberati dopo il tragico «gioco» avvenuto sul cadavere di mamma Shiri Bibas e dopo gli show disumani di Hamas. Secondo alcuni media israeliani, Israele avrebbe detto ai Paesi mediatori di essere disposto a rilasciare i detenuti palestinesi, se Hamas restituirà prima possibile i quattro corpi che avrebbe dovuto rilasciare questa settimana. Ma il gruppo estremista ha fatto sapere tramite Basem Naim, membro dell'ufficio politico, che non avvierà ulteriori trattative sul cessate il fuoco finché Israele non libererà i 620 detenuti palestinesi. «Prima di passare alla fase successiva, dobbiamo essere sicuri che la fase precedente sia effettiva», ha detto.

Posizioni opposte, sulle quali sarà necessario trovare una mediazione. «La guerra a Gaza non finirà prima che tutti gli ostaggi siano tornati a casa in Israele con noi», ha ribadito ieri il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar arrivando a Bruxelles per il Consiglio di associazione Ue-Israele. In quell'occasione la «ministra degli esteri» della Ue Kaja Kallas ha espresso sostegno per la soluzione a due stati e il ritorno dell'Anp a Gaza, circostanza osteggiata da Israele.

Prima del ministro Sa'ar era stato il premier Benjamin Netanyahu a ricordare che Israele è pronto a riprendere i combattimenti nella Striscia di Gaza «in ogni momento». In occasione di una cerimonia per la promozione di nuovi ufficiali, il premier ha detto: «Siamo pronti a riprendere combattimenti intensi in ogni momento, i nostri piani operativi sono pronti. Noi raggiungeremo interamente gli obiettivi della guerra, che sia attraverso il negoziato o con altri mezzi».

Eppure, in un'intervista al Nyt, uno dei leader senior di Hamas, Abu Marzouk, cambia completamente registro e annuncia la disponibilità del gruppo al disarmo, sostenendo addirittura che se avesse saputo cosa è poi successo a Gaza, non avrebbe appoggiato il 7 ottobre.

Parole che pesano, mentre prosegue intanto l'operazione anti-terrorismo in Cisgiordania, dove per la prima volta in oltre vent'anni sono entrati i carri armati israeliani. Le forze di sicurezza hanno arrestato nella notte otto palestinesi ricercati in diverse località.

Tra loro due uomini sospettati di aver attaccato alcuni israeliani vicino all'insediamento di Ma'ale Mikhmas, a est di Ramallah, due giorni fa. La Croce rossa ha espresso preoccupazione per l'impatto dell'offensiva, che ha portato allo sfollamento di decine di migliaia di palestinesi.

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