"I fondi? Farsa", "Non è dogma" È scontro tra l'Ue e Di Maio

Il Commissario Oettinger: "Roma versa solo tre miliardi netti a Bruxelles". Il vicepremier insiste: "Veto sul bilancio"

"I fondi? Farsa", "Non è dogma" È scontro tra l'Ue e Di Maio

Il fronte tra Europa e governo resta aperto. Nelle ore calde della vicenda Diciotti, il ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio e il titolare del Viminale, Matteo Salvini hanno minacciato Bruxelles di chiudere i rubinetti e di porre il veto sul bilancio pluriennale che va dal 2021 al 2027. Una posizione quella del governo italiano che ha subito trovato il freno della Farnesina con il ministro Moavero che ha definito un "dovere il pagamento dei fondi Ue da parte dell'Italia". Ma a Di Maio ha anche risposto il Commissario al Bilancio Ue, Guenther Oettinger che ha di fatto smontato le cifre riportate dal vicepremier: "La cifra di 20 miliardi che alcuni esponenti del governo indicano come contributo dell’Italia al bilancio dell’Unione Europea è una farsa", ha tuonato il commissario in un'intervista a Politico.Eu. Poi l'affondo: "Non sono 20 miliardi di euro l’anno. L’Italia contribuisce con 14, 15, 16 miliardi in un anno. Se si tiene in conto ciò che ottiene dal bilancio Ue, il risultato è un contributo netto di 3 miliardi l’anno".

La posizione espressa dal "falco" tedesco è stata anche sostenuta dal governo di Berlino che con una nota del portavoce della Merkel ha fatto sapere che "le regole sul Bilancio e sui fondi sono stabilite dai Trattati e questi devono essere rispettati da tutti". E a stretto giro è arrivata la controreplica dello stesso Di Maio che non molla la presa a prosegue nel suo braccio di ferro con Bruxelles: "Secondo l'Europa il veto del governo italiano sul bilancio e sui contributi netti è una farsa. Questo la dice lunga sulla considerazione che hanno del nostro Paese. Evidentemente sono abituati a premier e ministri italiani che vanno a Bruxelles con il cappello in mano. Il commissario Oettinger ammette che sui migranti siamo stati lasciati soli, e poi si accoda sulla scia del 'non si può fare'. La musica in Europa è destinata a cambiare, il finanziamento non è un dogma e non lo sarà nemmeno quando si inizierà a parlare di una vera solidarietà, e non di vincoli insostenibili tanto dal punto di vista sociale quanto da quello economico", ha affermato il vicepremier su Facebook.

Infine ha nuovamente minacciato Bruxelles ribadendo il veto al bilancio annunciato nelle scorse ore: "Non è un dogma l'approvazione del quadro finanziario pluriennale dei prossimi sette anni, che vorrebbero far passare in fretta e furia prima delle prossime elezioni europee. Non glielo lasceremo fare, se la situazione sull'immigrazione non cambierà di qui a breve il veto sarà certo". Insomma adesso tra il governo e l'ue è scontro aperto. E il duello è destinato a durare a lungo.

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