La torta Pnrr (222,1 miliardi di euro) riaccende lo scontro Nord-Sud. Stavolta l'affondo contro il dirottamento di risorse verso Mezzogiorno non arriva dal leghista di turno. Ma dal fronte progressiva: Beppe Sala, sindaco di Milano e aspirante leader della sinistra del «domani», in un fuorionda - catturato da Lapresse - si lamenta con il governatore della Lombardia Attilio Fontana della «pericolosa» concentrazione delle risorse del Pnrr al Sud. Il primo cittadino di Milano sintetizza i malumori che da tempo serpeggiano tra i ministri del Nord nel governo Draghi. Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega e titolare dello Sviluppo economico, intravede da mesi le difficoltà soprattutto nel settentrione nell'attuazione dei progetti legati ai fondi del Pnrr. Di contro, il ministro del Sud Mara Carfagna, che gode della totale copertura politica da parte del presidente del Consiglio Mario Draghi, fa notare come la suddivisione delle risorse sia chiara: 40% al Sud e 60% al resto.
Anzi, al netto del fair play pubblico tra Carfagna e Sala, dall'entourage del ministro del Sud provocano: «Se si vuole ridurre la quota del 40% al Sud, abbiano il coraggio di chiederlo pubblicamente». E infatti un tentativo, nelle settimane scorse, di bypassare la ripartizione (60/40%) c'è stato con i fondi destinati alle Università. Quelle del Mezzogiorno sono finite sotto la soglia del 40%. Dopo la protesta dei rettori, il ministro Maria Cristina Messa si è giustificata con una «svista di un funzionario». Sala nella conversazione con il governatore Fontana lamenta: «Io sono preoccupato del fatto che Sud, Sud, Sud. Però io non ho veramente niente da contestare. Voglio chiarezza, perché è evidente che noi abbiamo una progettualità». La risposta del ministro è affidata a un tweet: «Caro Beppe Sala, il Pnrr al Sud-Sud-Sud è un'opportunità anche per il Nord. L'innovazione facciamola insieme. Parliamone». Il tema è ufficialmente sul tavolo. Sala ribatte: «Destinare al nostro Sud il 40% delle risorse italiane è una giusta, incontestabile decisione. Sul restante 60% i bandi a volte funzionano con parametri che tendono ancora a favorire le aree più arretrate. Per cui è certo che alla fine al Sud andranno più del 40% delle risorse. Il mio non è egoistico campanilismo. È ora di dire che il Pnrr non sarà la soluzione di tutti i nostri mali, che più della metà di quelle risorse dovranno essere restituite, che la solidità dei progetti presentati è quindi fondamentale».
Si inserisce il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: «Abbiamo un grosso gap infrastrutturale e di servizi che non consente all'Italia di crescere. C'è una clausola di salvaguardia che prevede che il 40 percento delle risorse almeno vengano destinate al Meridione. Non credo che la frase di Sala abbia fondamenti anti-meridionali, ma mi confronterò con lui».
Ritorna sul tema anche il presidente Fontana: «Sul Pnrr l'unica preoccupazione è cercare di fare in modo che i soldi non vengano sprecati, non siano restituiti all'Europa, bisogna fare in modo che non si verifichi quanto accaduto per tanti anni con i trasferimenti ordinari dell'Europa. Il sindaco Sala, credo, volesse dire proprio questo: noi abbiamo delle progettualità, se qualcuno non ha gli strumenti per realizzarle, si ricordi che noi siamo pronti».La guerra Nord-Sud è ufficialmente iniziata.
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