I "No Bob" contro la pista olimpica

Ambientalisti, Pd e M5s: "Si faccia in Austria". Zaia: "Opportunità per il Veneto"

I "No Bob" contro la pista olimpica
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Verdi, Pd, grillini, seguaci di Greta Thunberg, movimenti pacifisti e ultrasinistra, Legambiente e comitati civici vari. Tutti insieme appassionatamente, in piazza nella chiccosissima Cortina d'Ampezzo, per dire no alla pista da bob per le Olimpiadi invernali del 2026. Dai No Tav ai No Bob. Ma senza proteste violente, solo striscioni e slogan. Si contestano i costi di costruzione (stimati in 120 milioni) e quelli di gestione negli anni a venire. Poi la «cementificazione», e l'abbattimento degli di 500 larici. Tutto per uno sport, il bob, di ultranicchia, praticato da poche persone in Italia. La proposta che è arrivata dai «No Bob» è quella di non costruire la nuova pista a Cortina ma di utilizzare quella di Innsbruck. Che però è in Austria, mentre le Olimpiadi invernali sarebbero quelle di Milano-Cortina, non Milano-Innsbruck. L'«esternalizzazione» in Austria, tra l'altro, non sarebbe gratis, costerebbe 15/17 milioni, dice la Fondazione olimpica, solo per il noleggio, più altri costi ancora da stimare. Secondo il Pd regionale, però, quella austriaca è la strada da prendere. Mentre il M5s in Senato ha depositato ben due interrogazioni parlamentari, perché la pista da bob prevista per le olimpiadi di Milano Cortina 2026 «sarà l'ennesimo disastro ecologico nonché sperpero di denaro pubblico». Dalla Lega in Regione Veneto guida la battaglia ai No Bob, «vogliono regalare 20 milioni all'Austria che ne avrebbe non solo un ritorno economico, ma scipperebbe anche alle nostre Dolomiti la possibilità di ospitare una parte importante delle Olimpiadi».

In prima linea c'è ovviamente il governatore Luca Zaia, che ai «laureati su Facebook» ha ricordato che «il costo della pista di bob a Cortina, costi 70, 80, 100, quel che è, fa parte di un più ampio pacchetto che per noi è il bilancio delle Olimpiadi».

Pacchetto che «vale un miliardo e mezzo di Pil, e vale un sacco di altre opere di viabilità, come la variante di Cortina che costerà 7-800 milioni di euro, quella di Longarone per altri 300 milioni, e una grande visibilità internazionale con tre miliardi e mezzo persone che si collegheranno. Insomma un nuovo Rinascimento per la montagna veneta, a fronte del quale vedo gente che dice che c'è il bob...».

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