I numeri delle ultime 24 ore preoccupano e non poco: 5.372 contagi in più, altri 28 decessi e 29 nuovi posti occupati in terapia intensiva. Il quadro che si va delineando ogni giorno fa scattare i primi campanelli d'allarme, anche se va detto che comunque i tamponi sono notevolmente aumentati rispetto a quelli di marzo. E perciò, almeno per il momento, le condizioni non sono assolutamente paragonabili a quelle della primavera. Nel governo sanno benissimo che il pericolo lockdown potrebbe essere dietro l'angolo. Pertanto il ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto sapere che l'esecutivo giallorosso sta continuando a studiare tutte le opzioni sul tavolo per evitare di arrivare alla drastica decisione: "Stiamo lavorando giorno e notte perché si eviti un lockdown nazionale".
Ecco perché ora si vuole correre subito ai ripari. Già nella giornata di oggi è prevista una riunione di emergenza a Palazzo Chigi per tentare di mettere a punto le misure da introdurre nel nuovo Dpcm. Stando a quanto si apprende da fonti di governo, il provvedimento potrebbe essere anticipato: il premier Giuseppe Conte avrebbe tempo fino al 15 ottobre, ma pare che il tutto venga ufficializzato stasera o domani. Saranno dunque ore di confronto serrato per valutare quali ulteriori strette adottare per scongiurare il peggio. Luciana Lamorgese si è schierata contro un nuovo "dentro tutti", anche perché un altro stop potrebbe tradursi in un affare per la criminalità. "Non ne voglio nemmeno sentire parlare. I rischi sarebbero, oltre che sanitari, economici", ha dichiarato il ministro dell'Interno.
Nuovo lockdown? Ecco gli scenari
Si è arrivati pure alla possibilità di chiusure circoscritte ma prima vi sono delle ipotesi meno rigide rispetto al lockdown, come limitare il numero di presenti alle feste e ai ricevimenti e obbligare lo smart-working. Poi altri scenari, che il presidente del Consiglio vorrebbe assolutamente evitare, riguardano il divieto di asporto di alcolici dopo le ore 22.00 e la chiusura anticipata dei locali. All'interno del governo c'è chi spinge per adottare da subito una linea dura, limitando ad esempio le presenze nei ristoranti e abbassando la capienza dei mezzi pubblici al 50%, visto che - come riporta La Stampa - un esponente giallorosso fa notare: "All’80% sono pieni e nessuno controlla". Senza dimenticare che Francesco Boccia, ministro degli Affari Regionali, non ha escluso limitazioni di spostamento tra le Regioni: "Non si può escludere nulla in questo momento. La situazione dovrà essere monitorata giorno per giorno. Appena c'è una spia che si accende bisogna intervenire".
Il report settimanale diramato dal dicastero della Salute e dall'Istituto superiore di sanità ha rivelato che "per la prima volta si segnalano elementi di criticità significativa relativi alla diffusione del virus nel nostro Paese"; dunque il notevole carico dei servizi territoriali "va monitorato per i suoi potenziali riflessi sui servizi assistenziali". C'è soprattutto una realtà di fatto che preoccupa: la fotografia della situazione si riferisce alla settimana dal 28 settembre al 4 ottobre, ovvero prima dell'esplosione dei contagi di questi giorni. Sotto osservazione l'indice di contagiosità delle Regioni: ben 4 territori hanno Rt sopra la soglia di 1,25. Una condizione che, accompagnata ad altri indicatori, significa terzo dei quattro livelli di pericolo. L'allarme arancione è già scattato in Sicilia (1,34), Piemonte (1,33), Campania (1,31) e Basilicata (1,33). Ma con i numeri di ieri (983 nuovi contagi) rischia anche la Lombardia.
Intanto il governatore Vincenzo De Luca ha annunciato di essere pronto a un lockdown campano qualora non si dovesse avere un giusto equilibrio tra nuovi contagi e persone dichiarate guarite: "Se dovessimo avere mille contagi e 200 guariti è lockdown, per essere chiari".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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