Il rischio di considerare come sospetto caso di Covid il primo bambino a cui cola il naso o fa un colpo di tosse a scuola è reale. Un problema che non solo potrebbe intasare il sistema sanitario nazionale, con una sopra richiesta di tamponi che non riescono ad essere evasi in tempi brevi, ma anche trasformarsi in una paralisi economica con intere famiglie costrette a non lavorare per giorni.
È accaduto e accadrà chissà quante volte che un alunno venga isolato dalla classe perché ha qualche linea di febbre o sintomi riferibili al coronavirus, che poi si rivelano falsi allarmi. Dopo il contact tracing insieme a lui rischiano di venire lasciati a casa i compagni di classe, ma anche i genitori, almeno in attesa di avere la conferma che si tratti o meno di un nuovo contagio. Sarà l'autorità sanitaria locale a decidere come muoversi di volta in volta. Le famiglie, soprattutto quelle dei medici e quelle con più figli, temono di poter essere fermate e costrette a non andare a lavorare anche solo per una banale raffreddore o per un caso sospetto nella scuola dei bambini. E anche che i più piccoli, che non di rado hanno malanni di stagione passeggeri, siano costretti a sottoporsi al tampone più di quanto non sia necessario.
Un tema necessariamente legato a quello delle tempistiche dei risultati dei test, sul quale più volte i pediatri hanno lanciato l'allarme. I certificati per il rientro a scuola, infatti, necessitano dell'esito negativo del tampone, che si deve poter ottenere al massimo in 48 ore. Altrimenti il sistema rischia di andare in tilt.
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