Quando il 16 giugno 2015 il settantenne tycoon newyorkese Donald Trump annunciò la sua candidatura alle primarie del Partito Repubblicano, in pochi avrebbero scommesso su di lui. Il Gop usciva da otto anni difficili di governo Obama e si apprestava l'anno successivo a incassare una nuova sconfitta. Eppure Trump, forte del suo motto «Make America Great Again», riuscì a sbaragliare la concorrenza di Ted Cruz e Marco Rubio e, quel che accadde nel 2016 con la vittoria su Hillary Clinton, è ormai storia.
Da quel momento tutto è cambiato all'interno del Partito Repubblicano con il mondo «Maga» che ha acquisito un peso sempre più consistente fino a diventare la corrente maggioritaria. A farne le spese è stato il vecchio establishment repubblicano (in parte antitrumpiano) e fisiologicamente sono cambiati anche i riferimenti culturali e ideologici, un percorso raccontato da Matthew Continetti nel suo libro The right. The hundred year war for American Conservatism.
Qual è perciò il nuovo Pantheon ideologico di Donald Trump? Tra le figure più tenute in considerazione c'è l'ex anchorman di Fox Tucker Carlson, durante la campagna elettorale Trump ha partecipato a vari eventi da lui organizzati tra cui la scorsa settimana al Tucker Carlson Live Tour in Arizona. Non c'è solo Elon Musk tra i miliardari del tech ma anche Peter Thiel, l'inventore di Paypal, che non nasconde le sue simpatie repubblicane e per Trump. Se una figura come Steve Bannon, sia per le vicissitudini giudiziarie sia per alcune sue posizioni, ha perso influenza rispetto al passato, ha invece svolto un ruolo importante negli ultimi mesi Robert F. Kennedy Jr. che potrebbe anche ricoprire ruoli nella nuova amministrazione mentre è molto tenuta in considerazione da Trump anche l'ex democratica Tulsi Gabbard.
C'è poi la rete dei think tank e delle fondazioni a cominciare dalla Heritage Foundation che ha realizzato il «Project 2025», il documento curato da Kevin Roberts e Spencer Chretien in cui si sintetizzano le possibili politiche della nuova amministrazione trumpiana. Altro think tank conservatore è l'«American First Policy Institute» fondato nel 2021 da Brooke Rollins che aveva servito nel Consiglio di Politica Nazionale sotto la prima presidenza Trump. Più focalizzato sui temi economici è invece l'«Americans for Tax Reform», think tank anti-tasse presieduto da Grover Norquist, e, se l'Intercollegiate Studies Institute (ISI) diretto da John Burtka si occupa di cultura e istruzione, altro importante e storico think tank repubblicano è il Claremont Institute.
Ci sono poi due movimenti che hanno un importante peso nella galassia trumpiana: il Cpac, la «Conservative Political Action Conference» presieduta da Matt Schlapp e il «National Conservatism» promosso da Yoram Hazony al cui evento americano era intervenuto J.D. Vance. Non mancano poi organizzazioni come Turning Point Us seguitissima tra i giovani, sui social network e nelle università animata da Charlie Kirk.
In generale la galassia trumpiana è molto vasta ed eterogenea ed abbraccia anime tra loro anche molto diverse unendo realtà storicamente legate al mondo conservatore e
repubblicano con nuove figure e progetti nati sull'onda del movimento «Maga». La vera sfida sarà capire se riusciranno a sopravvivere anche oltre Trump ma, con un successore del calibro di J.D. Vance, la strada è tracciata.
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