La volontà del governo di impostare una strategia pluriennale che dia continuità alla spinta riformatrice avviata con il Pnrr è valutata positivamente da Confindustria (in foto il presidente Emanuele Orsini) che parla di «scelta lungimirante». A sostegno della crescita programmata dal governo «può giocare un ruolo centrale la rapida attuazione del Pnrr e nel biennio 2025-2026 l'attenzione del Governo dovrà concentrarsi sul completamento della sua attuazione», ha detto il vice presidente di Confindustria Angelo Camilli nel corso dell'audizione di fronte alle commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato sul Piano Strutturale di Bilancio (Psb). «Per le imprese - ha aggiunto l'esponente dell'associazione degli industriali - è chiara la cornice di priorità in cui la strategia di riforme va inquadrata. Da un lato, Transizione 5.0, che costituisce oggi la misura Pnrr più rilevante per l'industria, chiamata a gestire le trasformazioni digitale e green; dall'altro, l'intelligenza artificiale e i mini-reattori nucleari costituiscono le principali sfide su cui misurare la futura capacità competitiva del sistema-Paese.Per farlo, occorre dare continuità alle azioni avviate negli ultimi anni: sul punto, il Psb elenca alcuni obiettivi condivisibili, ma generici e non accompagnati da impegni precisi».
Sul Psb si è espressa anche Confcommercio. «Lo scenario macroeconomico e gli obiettivi del Psb sono credibili - ha sottolineato il direttore dell'Ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella - La battuta d'arresto che stimiamo per il terzo trimestre del 2024 non mette in discussione la possibilità di raggiungere rapidamente la riduzione del deficit nominale». Bella non ha mancato di porre l'accento sulla «sfida complessa» per il Psb di coniugare « l'attuazione di una politica fiscale responsabile e prudente, orientata alla riduzione del deficit» con «l'indispensabile la programmazione e l'implementazione di riforme e investimenti capaci di stimolare l'occupazione, la produttività e la crescità.
Audizione alle Camere sul Psb anche per Confesercenti.
«L'orizzonte di tempo lungo su cui si incardina il Piano costituisce l'occasione per impostare politiche volte a dare certezza alle aspettative di famiglie e imprese. Partire con il piede giusto, già dalla legge bilancio 2025, sarà fondamentale», ha puntualizzato il segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni.
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