Professor Volli, che effetto le fa essere nella delirante lista del cosiddetto Nuovo Pci?
«Non sono sorpreso, non è la prima volta. Qualche anno fa comparve una lista di origine neonazista, poi pubblicata da un sito, Radio Islam, poi chiuso».
E questa che matrice ha?
«Sono comunisti filoislamici. I comunisti storicamente hanno responsabilità enormi nel modello di distruzione dell'ebraismo, iniziato nel '18, non nel '38, anche se con modalità diverse dai campi di sterminio. Dopo la prima guerra mondiale ci furono pogrom terribili, in parte condotti anche da forze russo-sovietiche, che determinarono la fuga di ebrei verso l'Occidente, negli Usa e anche nell'attuale Israele. La mia famiglia arrivò a Trieste nel '21-'22 dall'Ucraina. La Russia di Lenin e Stalin è stata molto determinata nel progetto di sradicamento del tessuto sociale, piccolo borghese e contadino, che era ebraico. L'antisemitismo ha una tradizione consistente nel mondo marxista».
E riemerge con la lista.
«Questi signori mostrano una certa capacità di ricerca in rete, ma sembrano poco brillanti, mescolano cose diverse, in modo dilettantesco. Non sono allarmato, certo ci può essere chi la prende alla lettera, ma il punto è il clima che permette tutto ciò, e le reazioni o l'assenza di reazioni. C'è un'opera di demonizzazione contro Israele e appare del tutto legittimo affermare che compie un genocidio. A parte Giornale e Libero non c'è un giornale che renda le ragioni di Israele in una guerra che non ha voluto. C'è una rappresentazione grottesca di Rai, Corriere, Stampa e Repubblica».
E le (non) reazioni?
«Chi ha sollevato la questione è La Russa: è significativo, un politico con formazione e identità forte di destra. Chi si è più inquietato sta a destra. Alcuni a sinistra hanno reagito: Boschi, Fassino. Non una sillaba da Conte, 5 Stelle o Schlein. Nel Pd un gruppetto circoscritto. E perché? Perché se condanni la lista devi chiederti perché accade. E renderti conto che dice alcune cose simili a quelle che dicono i partiti. Il motto era pas d'ennemis à gauche, ora è: niente nemici nel terzomondismo o nel filopalestinismo».
Nelle piazza si vedono palestinesi e comunisti.
«Non solo palestinesi ma giovani appartenenti alla cultura arabo-islamica. È un fenomeno forte in Europa e nelle università Usa. C'è stata una fusione fra le utopie pseudo-rivoluzionarie e in un mondo islamico che pure ha orientamento, antifemminista, omofobico, antipluralista. Il problema è serio. In Germania l'attentato è avvenuto al festival della diversità, molto progressista. Dove c'è una gran quantità di immigrati, molto più che nei Paesi d'origine si schierano dalla parte di Hamas, contro Israele, con slogan violenti e terroristici».
Maglie troppo larghe nella cittadinanza sono un pericolo?
«Per una vecchia battuta gli ebrei sono come quei canarini che in miniera, particolarmente sensibili ai gas velenosi, facevano capire quando era il momento di allarmarsi.
Il problema non è chi ce l'ha con noi, il problema è che ce l'ha con la libertà, la democrazia e il libero mercato. Donne ed ebrei sono i più esposti ma il progetto è di dominio. Favorendo l'immigrazione si creano immensi problemi che colpiscono la convivenza civile».
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