Suona l'allarme per la variante Delta e stavolta l'attenzione diventa preoccupazione, per le notizie che arrivano da Israele. Lo «Stato modello» nella campagna di vaccinazione, per velocità e numero di adesioni (57% con 2 dosi, 88% è over 50) ha registrato domenica 343 nuovi positivi, battendo un record di 3 mesi, a causa della diffusione della variante Delta salita dal 60% di due settimane fa al 90%.
Secondo il ministero della Salute, più della metà dei nuovi malati di coronavirus è vaccinata (51%) e solo 15 erano viaggiatori di ritorno. Un terzo dei nuovi pazienti sono bambini sotto gli 11 anni e un altro 13% ha tra i 12 e i 18 anni. Anche il numero di casi gravi in Israele è aumentato di quasi il 50% dalla scorsa settimana, secondo i dati del ministero della Salute. Ad allarmare erano già stati i dati preliminari dell'Hadassah University Medical Center, con una diminuzione dell'efficacia del vaccino Pfizer tra il 60% e l'80% contro l'infezione da Delta. Poi l'annuncio su twitter del professor Yaniv Erlich della Columbia University, scienziato israeliano-americano, che ha rilanciando i nuovi dati del ministero della Salute: «Brutte notizie in arrivo stamattina da Israele. L'efficacia di Pfizer per la protezione contro la variante Delta scende dal 94% al 64%. Ciò ha importanti implicazioni per l'immunità di gregge e la capacità del virus di evolversi ulteriormente».
Venerdì scorso, il 55% dei nuovi contagi è avvenuto tra persone già vaccinate. Per quanto riguarda la protezione contro il ricovero e i casi gravi si passa dal 98,2% al 93% anche se i ricercatori israeliani avvertono che è troppo presto per una risposta certa, a causa del ritardo di circa dieci giorni nella morbilità grave.
E divisi appaiono anche alcuni specialisti su come affrontare i nuovi contagi: alcuni ritengono che non sia la quarta ondata e quindi non servano interventi particolari; altri pensano che il lento aumento dei ricoveri sia solo temporaneo. «È meglio avere restrizioni ora piuttosto che aspettare 600 o mille pazienti al giorno», afferma al Times of Israel il professor Masad Barhoum, del Galilee Medical Center di Nahariya.
Tutti però convergono sulla questione dell'aeroporto israeliano, punto di ingresso per ulteriori nuove varianti, per un maggiore controllo. Già in giornata il governo dovrebbe riunirsi per approvare nuove restrizioni come il green pass, per limitare l'accesso ad alcuni luoghi ed eventi solo a quanti sono vaccinati o guariti, e l'obbligo per i genitori vaccinati di restare in quarantena se i bambini sono positivi ai test.
I primi 7 casi di variante Delta sono stati segnalati il 16 aprile in Israele, ricorda il quotidiano Haaretz, quando la pandemia
sembrava sconfitta con quasi 5 milioni di persone con due dosi di vaccino su 9 milioni. Il 15 giugno è stato revocato l'obbligo di mascherina al chiuso poi ripristinato il 25, a causa dei primi focolai di Delta vicino Tel Aviv.
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