La disputa in atto dovrebbe far tremare tutto il mondo: tu chiamalo terrorismo, io lo chiamo organizzazione per i diritti umani, e lo finanzio coi nostri soldi. Il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz ha collocato sei fra le maggiori organizzazioni non governative palestinesi nella lista delle organizzazioni terroriste. Questo significa che i loro traffici bancari e i movimenti dei loro leader e affiliati sono adesso sotto controllo. Le informazioni: molto accurate. L'accusa è servire da mano pubblica all'organizzazione terrorista Fronte popolare per la liberazione della Palestina, Fplp, fornendole un'identità ibrida, e rastrellare così consenso e denaro dall'Onu e dall'Unione europea. Questi soldi alimentano, secondo Gantz, il fiume di sangue; le organizzazioni accusano Israele di persecuzione e rivendicano un ruolo caritativo. Certo, anche gli Hezbollah, Hamas, i talebani si prendono cura di bambini, vedove, vecchi. Così sorride il professor Gerald Steinberg, che con costanza ha indagato il tema col suo Ngo Monitor. Sul sito troviamo tutti i particolari: «Dieci anni fa presentammo i risultati all'Unione europea, la Mogherini ci disse che le prove non bastavano». E oggi il Dipartimento di Stato Americano, protesta di non essere stato informato. Israele nega l'accusa.
Le organizzazione nella lista terrorista sono: Adameer, Al Haq, Bisan, Difesa dei bambini-Palestina (Dci-P) Unione delle donne (Upwc); Unione degli Agricoltori (Uawc). Il punto di partenza è l'Fplp, un vulcano di attività terrorista, che ha ucciso il ministro israeliano Rehavam Ze'evi nel 2001, ha compiuto sei attacchi suicidi nell'Intifada con 13 vittime, tre al mercato a Gerusalemme; ha tentato di uccidere il rabbino capo Ovadya Yossef; ha ucciso a colpi d'ascia cinque persone alla sinagoga Har Nof nel 2014. Terribile anche l'assassinio della 17enne Rina Shnerb nell'agosto del 2019, in cui il padre e il fraatello vennero feriti. Gli assassini sono parte dell'organizzazione degli agricoltori, finanziata dall'UE. L'Fplp, paleomarxista, radicata a Ramallah, in competizione con Fatah che non osa metterla ai margini, è stata, come spiega bene Steinberg, capace di mettere in piedi, priva dei finanziamenti di Abu Mazen, una rete autonoma di organizzazioni non governative che l'alimenta autolegittimandosi. Così che i documenti provano, dice Steinberg, con le foto, che i diplomatici in visita dei vari Paesi, di fatto si incontrano con leader del Fplp.
Un paradosso per cui negli ultimi dieci anni gli sono stati dati dall'Europa circa 200 milioni euro del contribuente, sostiene Steinberg.
Il direttore amministrativo degli «agricoltori» è stato arrestato, e così anche il contabile, per bombe, attentati, reclutamento di terroristi. Hashem Abu Maria, il leader dell'organizzazione per i bambini, è morto in uno scontro a fuoco con l'esercito, il presidente dell'asseblea dei soci è stato direttore della rivista dell'Fpl. Questa organizzazione è finanziata anche direttamente dall'Italia. Le leader dell'Unione femminile sono quasi tutte membri dei comitato centrale e del direttivo dell'Fplp; il Centro palestinese per i diritti umani, già nella lista, ha un vicepresidente che è stato capo dell'ala militare dell'Fplp di Gaza, condannato all'ergastolo: Al Haq ha un direttore, Shawan Jabarin, che fu accusato di reclutare e organizzare il training dei membri del Fplp. L'Italia finanzia direttamente anche al Haq.
La lista è lunga, ma parla chiaro: ammantarsi di diritti umani è un'abitudine consolidata per chi vuole distruggere Israele, e il cinismo della politica internazionale fa finta di non
capire, anzi, aiuta questo sistema. Per cui il diritto va in polvere, la vittima diventa persecutore, il terrorista che ignora ogni principio democratico diventa il protagonista dell'era delle organizzazioni non governative.
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