Acque sempre più agitate in seno al Pd in merito alla legge elettorale. La minoranza dem non gradisce affatto il testo della mozione. "Una presa per il c...", è il commento che va per la
maggiore tra i deputati. "Non dice nulla se non che si aspetta di vedere il referendum e poi si decide se cambiare l'Italicum. A farci prendere in giro così, non ci stiamo". il senatore Pd Miguel Gotor su Twitter rincara la dose: "La mozione della maggioranza su # Italicum è divertente presa in giro. Credo che 'tutta l'Europa ce la invidiera' presto' #frasimemorabili". Così il clima, già surriscaldato da giorni, si infiamma di ora in ora. Alle 13.30 è fissata la riunione per decidere la linea da tenere in aula, ma Roberto Speranza ha già sondato gli umori della pattuglia bersaniana e l'orientamento sarebbe quello di non partecipare al voto. "Dovremmo tenere tutti su questa posizione", spiega Davide Zoggia. L'astensione, che era stata valutata in un primo momento. potrebbe essere accantonata. "Astenersi significa dare un riconoscimento politico. Qua invece non c'è niente da riconoscere, non c'è proprio nulla su cui decidere se e come votare". Alla riunione dell'ora di pranzo si deciderà anche se intervenire o meno all'assemblea del gruppo Pd, convocata dal presidente Ettore Rosato alle 15.
Ma se in seno al Pd c'è tensione - e la maggioranza traballa - a surriscaldare il clima c'è anche l'opposizione. "Renzi vuole solo prendere tempo - dice il leader della Lega Matteo Salvini -. La sua è una presa in giro". I parlamentari del Carroccio ribadiscono che "di legge elettorale parleremo seriamente dopo il referendum". La posizione resta quella modificare l'Italicum dopo il referendum, qualsiasi sia l'esito, per questo oggi Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega Nord presentano in aula, alla Camera, una mozione comune che impegna il governo a modificare l'Italicum dopo la consultazione referendaria. Di un confronto con il governo, prima di quella data, "non se ne parla. Noi - spiega una fonte azzurra - seguiamo le decisioni della Consulta".
In un'intervista ad Avvenire il capogruppo dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani, spiega che per la modifica dell'Italicum "la strada è coniugare rappresentanza e governabilità ma... Vuole una nostra proposta? Aspettiamo il referendum" perchè "si sta creando solo confusione. Non vorremmo che il pasticcio di questa strana mozione che la maggioranza vuol presentare alla Camera serva solo a intorbidire le acque nel dibattito referendario", spiega Romani. Ma intanto l'idea di Forza Italia, oltre all'abolizione del ballottaggio, è di mettere al 40% la soglia per il premio di governabilità: "Chi raggiunge il 40% potrà ottenere un premio che gli consenta di ottenere la maggioranza assoluta, che è già tanto". Cosa accadrà se vincerà il no al referendum costituzionale? "Il Nazareno è morto e quella fase è chiusa ma se vince il no ci sarà da fare subito la riforma della legge elettorale e le regole dovranno essere condivise da tutti".
"Renzi continua a prendere in giro gli italiani - ribadisce Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera -. A fronte di una mozione, seria e responsabile, di Sel-Sinistra italiana che voleva riportare al centro il Parlamento in merito alla discussione sulla legge elettorale e sulla sua incostituzionalità, cosa fa il nostro ineffabile presidente del Consiglio? Cerca ancora una volta di usare, di strumentalizzare il Parlamento a fini di potere. Mette in piedi una sua mozione, ridicola e farsesca, in cui si dice che la maggioranza è pronta a ridiscutere l' Italicum".
"Il voto contrario annunciato dal Pd sulla mozione di Sinistra italiana - afferma Alfredo D'Attorre (Sinistra italiana) - e la presentazione di una mozione di imbarazzante vacuità, del tutto indefinita sui tempi e sui contenuti di una nuova legge elettorale, svelano definitivamente la manfrina del presidente del Consiglio sull' Italicum. Renzi -aggiunge- non ha alcuna intenzione di mettere in discussione il punto centrale del sistema elettorale su cui ha imposto la fiducia, ovvero il meccanismo del ballottaggio e dell'abnorme premio di maggioranza attraverso il quale si realizza il 'premierato assoluto' e un cambiamento sostanziale della forma di governo parlamentare, come esplicitamente riconosciuto dall'inventore dell' Italicum, il professor D'Alimonte.
A questo punto -conclude D'Attorre- è ancora più evidente che solo il voto dei cittadini e la vittoria del No al referendum potranno cancellare questa forma di di presidenzialismo mascherato e squilibrato, che è la vera essenza dell'Italicum".
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