L'ad di AstraZeneca è sotto inchiesta "Finora niente nessi tra morte e vaccino"

Wittum tra i 4 indagati per omicidio nel caso del militare deceduto. Il pm: "Atto dovuto, no ad allarmismi. Conservazione e trasporto regolari". Controlli su produzione e somministrazione

L'ad di AstraZeneca è sotto inchiesta "Finora niente nessi tra morte e vaccino"

Tre morti sospette in Sicilia dopo l'inoculazione del vaccino anti-Covid19 AstraZeneca di uno stesso lotto hanno funto da campanelli d'allarme. È possibile che i decessi siano connessi al vaccino? È su questo che dovranno fare chiarezza tre procure: quella di Siracusa, da cui è partito tutto a seguito della morte del 43enne Stefano Paternò, militare della Marina in servizio ad Augusta, morto per arresto cardiaco martedì scorso, il giorno dopo avere ricevuto la prima dose; la procura di Catania, dopo il decesso di Davide Villa, 50 anni, agente della Squadra mobile etnea, e la procura di Trapani, che indaga sulla morte per infarto del maresciallo dei carabinieri Giuseppe Maniscalco, 54 anni. Per lui l'autopsia avrebbe escluso un nesso causa-effetto col vaccino, ma la procura ha disposto ulteriori esami istologici.

Potrebbe essere un caso o forse no, ma tutti e tre erano stati vaccinati con una dose del lotto ABV2856 di AstraZeneca, che in via precauzionale è stato sospeso con divieto di utilizzo in tutta Italia. La procura di Siracusa, che inizialmente aveva iscritto sul registro degli indagati una decina di persone per omicidio colposo, a seguito delle indagini dei carabinieri del Nas ha ridotto gli indagati a 4. Tra questi c'è Lorenzo Wittum, amministratore delegato di AstraZeneca, un medico e un infermiere che si sono occupati della somministrazione del vaccino a Paternò. Per la procura è un «atto dovuto» in vista dell'autopsia che sarà eseguita oggi. «La tempistica tra la somministrazione del vaccino e la morte di un uomo sano è veramente allarmante dice l'avvocato Sergio Seminara che rappresenta la famiglia Paternò - ma non bisogna fare allarmismi né questa vicenda va sfruttata per una campagna contro le vaccinazioni». «Finora non è emersa correlazione tra la morte del sottufficiale Paternò e il vaccino. Stiamo facendo tutti gli accertamenti. Senza guardare in faccia nessuno dice il pm di Siracusa Gaetano Bono all'Adnkronos -. L'analisi delle ipotesi prende in considerazione tutti i soggetti che potrebbero essere coinvolti. Dalla fabbricazione al trasporto, alla consegna fino alla somministrazione». I Nas escludono che ci siano stai problemi di conservazione «nella linea di trasporto». «Non sappiamo cosa è successo - dice il pm -. L'unico dato oggettivo è che c'è una correlazione nella cronologia tra la somministrazione e il decesso. Altro dato è la coincidenza della morte di Paternò e quella del poliziotto Villa e del maresciallo Maniscalco. In questi ultimi due casi la somministrazione è avvenuta prima, ma c'è la coincidenza del numero del lotto».

L'indagine sulla morte di Villa, avvenuta 12 giorni dopo il vaccino, è stata avviata solo giovedì su decisione del procuratore capo di Catania Carmelo Zuccaro. «Nessun familiare ha denunciato nulla, per cui solo dopo avere appreso che il vaccino somministratogli apparteneva allo stesso lotto di quello del militare Paternò ho proceduto all'iscrizione di ignoti per omicidio colposo e per commercio e messa in vendita di prodotti medici nocivi per la salute dice il procuratore Zuccaro -. La prima cosa è stata assicurarmi che fossero sequestrate fialette di sangue e gli organi, tra cui la milza. Il primo accertamento oggi è volto a comprendere se nel sangue e nella milza vi sono fattori genetici anche mutati o anomali che possano predisporre a eventi trombofilici. Un dato certo, infatti, è che in Villa vi fosse una diffusa presenza di trombi che ha provocato l'occlusione della vena porta.

Se emergeranno fattori predisponenti bisognerà verificare se nel lotto di vaccino somministrato ci siano sostanze che innescano processi trombofilici». Per l'omicidio colposo il fascicolo passa alla procura di Messina perché la moglie di Villa è un magistrato di Catania.

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