«L'aereo non ha lanciato un sos» E nessuno più esclude la bomba

La compagnia nega problemi tecnici ed errori umani La Cia: attentato improbabile ma possibile. Mosca frena

L'annuncio dei vertici della compagnia aerea ha sollevato nuovi dubbi sulle cause ancora misteriose dello schianto sabato sulla penisola del Sinai del volo Kogalymavia 9268 da Sharm El Sheikh a San Pietroburgo. L'unica spiegazione plausibile, ha detto Alexander Smirnov, alto funzionario della società, è che il disastro sia stato causato da «influenza esterna». Senza spiegare esattamente il significato di influenza esterna, Smirnov ha detto che la compagnia esclude «problemi tecnici ed errori umani». Ha inoltre sottolineato come il pilota non abbia, come era stato riportato in un primo momento, emesso alcun messaggio d'emergenza.

Sia in Russia sia in Egitto le autorità hanno risposto immediatamente all'annuncio: «È prematuro parlare delle ragioni, non c'è abbastanza materiale per farlo e vorrei chiedere alla comunità aeronautica di astenersi dal trarre conclusioni», ha detto Alexander Neradko, capo dell'autorità federale aeronautica russa, che ha ricordato come l'apertura delle scatole nere avverrà al Cairo quando tutti gli esperti saranno sul posto. L'inchiesta sarà condotta da russi, egiziani ma anche da tecnici francesi e tedeschi visto che l'Airbus A321-200 è stato progettato in Francia e prodotto in Germania. Un portavoce dell'Aviazione civile egiziana, Abdel Hamid, ha detto riferendosi alle parole del funzionario della Kogalymavia che quegli annunci restano speculazioni. Lo stesso presidente russo Vladimir Putin, che ha parlato per la prima volta ieri dopo il tragico incidente che ha portato alla morte di 224 persone, ha ricordato come «tutto debba essere fatto per avere una chiara fotografia dell'accaduto».

L'aereo si è schiantato in una zona nella quale l'esercito egiziano da anni combatte una guerriglia contro gruppi estremisti, alcuni affiliati allo Stato islamico. Questo ha fatto subito sollevare dubbi sulla possibilità di un coinvolgimento terroristico. Dopo lo schianto, un messaggio dello Stato islamico – giudicato poco credibile sia dalle autorità russe sia da quelle egiziane – ha rivendicato l'abbattimento del volo russo, legando la presunta azione all'operazione militare di Mosca in Siria. E se lo stesso capo della DIA, la Defence Intelligence Agency americana, James Clapper, a una conferenza ieri ha sottolineato come non ci sia ancora alcuna prova diretta di azione terroristica, e ricordato come «non sia probabile» che lo Stato islamico abbia le capacità di abbattere un simile aereo, anche se non lo escluderebbe, crescono sui mass media le speculazioni su una possibile pista estremista. Un autorevole quotidiano russo, il Kommersant , cita un esperto anonimo di aeronautica che spiega come l'Airbus potrebbe essere stato distrutto da una «decompressione esplosiva della fusoliera», non necessariamente una bomba.

Un caso simile si è avuto nel 1997 con l'incidente dell'Antonov An-24 precipitato nel Caucaso del Nord, secondo gli esperti per una «profonda corrosione della fusoliera». Un altro parallelo sollevato dal giornale russo, però, è quello con la strage di Lockerbie del 1988, quando un terrorista libico piazzò esplosivo al plastico nel vano bagagli.

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