![L'allarme (poi smentito) del capo degli 007. "Negoziati entro l'estate o Kiev è a rischio"](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2024/12/11/1733903035-ajax-request-1.jpg?_=1733903035)
I vertici dello Hur, il servizio segreto militare ucraino, sono stati costretti a una smentita ufficiale dopo che un quotidiano di Kiev, Ukrainska Pravda, aveva diffuso allarmanti dichiarazioni attribuite al suo numero uno Kyrylo Budanov. Secondo rivelazioni fatte al giornale da una fonte non specificata che sostiene di aver partecipato a una riunione a porte chiuse del Parlamento dedicata a questioni di sicurezza nazionale, Budanov avrebbe affermato che «se non saranno avviati seri negoziati entro la prossima estate, potrebbero cominciare processi molto pericolosi per l'esistenza stessa dell'Ucraina».
Oltre al comunicato dello Hur, anche un deputato dell'opposizione smentisce che Budanov abbia citato rischi per la sopravvivenza del Paese. «Budanov - ha sostenuto Oleksii Honcharenko ha detto che se nulla cambierà, la linea del fronte potrebbe cominciare a cedere e che ci saranno problemi». È comunque noto che Budanov in passato ha più volte fatto previsioni categoriche sugli sviluppi della guerra, come quando nello scorso agosto si disse certo che la massiccia offensiva russa si sarebbe presto esaurita, che poi non si sono avverate. Tutto questo mentre recenti sondaggi rivelano che la metà degli ucraini, pur di veder finire il conflitto, è favorevole a qualche forma di compromesso che coinvolga leader di altri Paesi: fino a qualche mese fa, la percentuale di chi si diceva disponibile a un negoziato era nettamente più bassa. È inoltre salita al 20% quella di chi accetterebbe un cessate il fuoco con i russi sull'attuale linea del fronte: un anno fa era solo dell'8%.
A Bruxelles, intanto, il Consiglio Affari Esteri dell'Ue ha superato il veto annunciato dall'Ungheria nei giorni scorsi e ha dato luce verde al rinnovo delle sanzioni contro la Russia. Gli ostacoli annunciati da Budapest sono stati rimossi dopo che la Commissione si è impegnata a proseguire le discussioni con l'Ucraina sulla fornitura di gas naturale all'Europa attraverso la sua rete di gasdotti, che Kiev ha interrotto lo scorso 1° gennaio per togliere alla Russia un'importante fonte di guadagni che Putin impiega nella guerra. Bruxelles ha concesso a Ungheria e Slovacchia di associarsi alle discussioni con Kiev e si è impegnata a chiedere agli ucraini garanzie sul mantenimento della funzionalità degli oleodotti verso l'Ue.
A ostacoli superati, l'Alta
rappresentante della politica estera Ue Kaja Kallas ha detto che Mosca continuerà così a «vedersi privata di risorse necessarie per proseguire la guerra: la Russia deve pagare un caro prezzo per i danni che sta causando».
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