Arrabbiato ma deciso ad andare avanti. Chi conosce bene Francesco, chi lo ha incontrato ieri mattina durante la messa celebrata in San Pietro in suffragio dei cardinali e vescovi defunti nel corso dell'anno, lo ha descritto così dopo la notizia dell'arresto dei due nuovi presunti «corvi» del Vaticano che hanno sottratto e diffuso documenti riservati della Santa Sede.
Il Papa ieri pomeriggio ha sentito al telefono alcuni amici con i quali ha parlato a lungo del tradimento subito dai due ex collaboratori: «È un peccato che gente della casa e della famiglia serva altri padroni. Il Papa dice che è sempre stato così!» confida al Giornale un cardinale che proprio nelle ultime ore è rimasto a stretto contatto col Pontefice. Non è un caso infatti che Francesco nelle sue conversazioni abbia ricordato il dolore vissuto dal suo predecessore, il Papa Emerito Benedetto XVI, tradito proprio da un membro della «famiglia Pontificia», il suo assistente di camera, Paolo Gabriele che aveva rubato dalla scrivania del Pontefice le carte private di Ratzinger finite poi in un libro che denunciava il malaffare dentro la Curia Romana. Sia Benedetto che Francesco sono finiti nel mirino di chi avrebbe voluto bloccare alcuni importanti interventi dentro al Vaticano: Joseph Ratzinger prima di rinunciare al Pontificato, aveva avviato una grande operazione trasparenza all'interno delle sacre mura, partendo dallo Ior, nominando uomini chiave esperti di finanza e cercando di riportare la Santa Sede fuori dalle black list internazionali. La sua opera di pulizia però venne subito interrotta: gli scandali, i veleni, il Vatileaks, lo colpirono talmente tanto dal portarlo nel febbraio 2013 ad ammettere pubblicamente: «Non ho più le forze per andare avanti». Il testimone della lotta alla corruzione è stato prontamente raccolto da Jorge Bergoglio con riforme e commissioni per rivoluzionare le menti e gli organismi economici. Una battaglia contro le spese pazze, contro gli sprechi, contro i vecchi metodi di Curia. Ma anche questa volta su di lui, come successo con Ratzinger, sono arrivati più macigni: nuove fughe di notizie, attacchi da più fronti, sgambetti durante il Sinodo e infine «il gravissimo tradimento» di Monsignor Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui, persone di fiducia che invece avrebbero approfittato della propria posizione in Curia per divulgare nuovi documenti riguardanti i primi mesi di pontificato di Francesco, ovvero carte che descrivono la situazione del Vaticano al momento delle dimissioni di Benedetto XVI.
«Questi metodi non aiutano la missione del Papa» ha voluto precisare la Sala stampa Vaticana, quasi a voler toglier di mezzo ogni dubbio sul fatto che Francesco potesse essere d'accordo sul render pubbliche certe vicende che riguardano la Santa Sede. «Il Papa è molto contrariato» assicurano fonti vicine a casa Santa Marta, la residenza di Bergoglio, che ieri mattina, sarà solo una coincidenza, nel corso della Messa in Basilica, davanti a cardinali e vescovi ha ammonito: «Dobbiamo farci servi umili e non funzionari. Nel Vangelo Cristo si paragona al serpente innalzato - ha detto il Papa -. L'immagine rimanda all'episodio dei serpenti velenosi, che nel deserto attaccavano il popolo in cammino. Nel deserto i serpenti procuravano una morte dolorosa, preceduta dalla paura e causata da morsi velenosi», ha ricordato Francesco.
«Anche ai nostri occhi la morte appare buia e angosciante», ma “guardando, credendo” in Gesù veniamo salvati. Gesù non solo ha tolto il male, ma l'ha trasformato in bene. Non ha cambiato le cose a parole, ma con i fatti; non in apparenza, ma nella sostanza; non in superficie, ma alla radice».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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