Potrebbe essere la fine del trumpismo oppure la sua rivincita su tutti i fronti. Potrebbe essere la prima volta di un pregiudicato alla Casa Bianca oppure la prima volta di una donna alla Casa Bianca. Di certo, questa elezione presidenziale totalmente incerta, almeno stando ai sondaggi della vigilia, mette alla prova i fondamentali della democrazia americana come non accadeva dai tempi della Guerra civile. Non solo perché si svolge dopo una sfilza di eventi che inanellati rendono Usa2024 un match unico e cruciale. Non solo perché prima dell'election day si è assistito al ritiro dalla corsa, totalmente imprevisto, del presidente in carica Joe Biden in piena campagna elettorale, non solo perché gli elettori sono stati testimoni di due tentati omicidi ai danni dello sfidante repubblicano Donald Trump, non solo per il contesto internazionale: due guerre, in Ucraina e in Medioriente, dove si giocano gli equilibri internazionali e il peso degli Stati Uniti nel mondo. Ad aggiungere preoccupazione, dopo una delle campagne elettorali più divisive di sempre, c'è il precedente del 2020 e il clima che si respira in queste ore, tra dichiarazioni e azioni che lasciano intravedere il rischio di un bis dell'assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021.
«Il vincitore delle elezioni dovrebbe essere proclamato martedì sera», ha detto Trump pur sapendo che il conteggio potrebbe essere lento e difficile se davvero, come predicono i sondaggi, l'elezione si giocherà su un pugno di voti. In un comizio a Lititz, in Pennsylvania, il candidato repubblicano ha anche accusato i democratici di voler rubare le elezioni e sostenuto che non avrebbe dovuto lasciare la Casa Bianca dopo aver perso le elezioni nel 2020. I suoi sostenitori, tra cui i Proud Boys protagonisti delle violenze del 2021, stanno già inviando messaggi ai simpatizzanti esortandoli a tenersi pronti a contestare i risultati nelle aree democratiche. Nel timore di disordini, lo stato di Washington ha messo in allerta la Guardia Nazionale e barriere protettive alte due metri e mezzo sono state erette attorno alla Casa Bianca, a Capitol Hill, sede del Congresso, al Naval Observatory, la residenza della vicepresidente e candidata dem Harris, e al Convention center di Palm Beach, in Florida, dove Trump ospita un ricevimento per la notte elettorale.
Ieri le ultime battute di una campagna dove sono volati insulti ma che, proprio per la forte contrapposizione, potrebbe segnare un record di partecipazione. Si sono registrati per il voto 187 milioni di statunitensi dei 244 milioni di aventi diritto. Se tutti, o quasi tutti, si recassero alle urne, si sforerà il primato del 2020, quando votarono poco più di 168 milioni di aventi diritto, il numero più alto mai registrato in un'elezione americana. La metà degli iscritti ha già votato in anticipo. Si tratta di quasi 78 milioni di elettori, circa la metà di quelli che votarono complessivamente all'election day nel 2020 (158 milioni).
Trump ha giocato le ultime carte in Nord Carolina, Pennsylvania e Michigan, mentre Harris si è dedicata solo alla Pennsylvania, che con i suoi 19 grandi elettori sui 270 necessari per conquistare la Casa Bianca (la metà più uno dei 538 totali) è uno dei sette Stati in bilico che deciderà la presidenza. A Raleigh, in Nord Carolina, Trump ha promesso una «nazione di nuovo libera e orgogliosa» e ha esortato gli elettori: «Domani (oggi, ndr) dovete alzarvi e dire a Kamala che non ne potete più, che ha fatto un lavoro pessimo, che è un'incompetente. Kamala, sei licenziata, vattene».
Appello ripropostovia cellulare con un sms in cui Trump li esorta ad andare a votare e un link che indica il seggio in base alla residenza. Urge una mobilitazione repubblicana. Trump si gioca la carriera politica. E se non sarà presidente, rischia di trascinare l'America nel caos.
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