Per battezzare l'avvio della campagna elettorale Matteo Salvini convoca a Roma i leader della sua famiglia europea, Identità e Democrazia. Il numero uno della Lega è consapevole che il suo partito alle Europee dovrà fare i conti con la forza elettorale di Fratelli d'Italia e dovrà cercare di recuperare posizioni, identificando un messaggio chiaro.
Il segnale comunicativo che arriva da «Winds of Charge», la kermesse organizzata a Roma negli ex Stabilimenti De Paolis di Via Tiburtina, studi cinematografici oggi ribattezzati semplicemente Studios, è semplice: la Lega non verrà a patti con il Palazzo e non si piegherà a compromessi. Un vecchio potere che nella visione dei sovranisti europei si identifica in un nome e in una ricandidatura: quella di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Europea.
È Marine Le Pen in un videomessaggio a parlare nella maniera più diretta, rivolgendosi a Giorgia Meloni. «Signora Presidente, sosterrete von der Leyen? Io credo di sì. Così si contribuirà ad aggravare le politiche di cui tanto soffrono i popoli d'Europa. Unico che si opporrà a von der Leyen a destra sarà Matteo Salvini». Le fa eco il leader del partito portoghese di destra Chega, André Ventura, reduce da un importante successo elettorale in patria. «Perché dovremmo sostenere Giorgia Meloni al parlamento europeo? Noi dobbiamo sostenere l'unico politico che difende tutte le nazioni d'Europa, che è Matteo Salvini».
Il leader della Lega scherza su alcune assenze che hanno fatto discutere nei giorni precedenti, quella di Afd (Alternative für Deutschland), la destra tedesca che conta 78 deputati nel Parlamento di Berlino e quella dei governatori leghisti, Luca Zaia in testa. Poi mette nel mirino il voto di giugno. «Tra 77 giorni ci sarà un referendum tra passato e futuro, tra precarietà e lavoro, tra libertà di pensiero e chi dice cosa si dovrebbe pensare. 77 giorni da riempire di idee ed entusiasmo. Dobbiamo rimettere al centro il benessere e la pace, basta con gente che parla di bombe e di missili come la cosa più normale del mondo». E poi rispondendo in tempo reale al messaggio di Le Pen: «Marine chiede all'Italia se saranno disposti o meno, coi voti che i loro cittadini gli daranno, a un bis della Commissione europea» guidata da Ursula von der Leyen. «Gli italiani che sceglieranno la Lega non sceglieranno mai un altro mandato con Ursula von der Leyen, i socialisti o la sinistra. È difficile che a rimediare agli errori fatti sia la stessa squadra che quegli errori li ha commessi». Salvini torna poi a rivolgere le sue stoccate a Emmanuel Macron. «Solo ipotizzare che soldati europei possano uscire dal proprio Paese per andare a combattere è estremamente pericoloso. Occorre equilibrio. Io credo che il guerrafondaio presidente Macron sia un pericolo. Io non voglio lasciare ai nostri figli un continente pronto alla terza guerra mondiale. È chiaro ed evidente che sappiamo distinguere tra aggressore e aggredito nella guerra in Ucraina, lo preciso per la stampa italiana».
Infine un passaggio scaccia-polemiche sulla stabilità dell'esecutivo: «Il governo scelto dagli italiani andrà
avanti fino al 2027, non un minuto di meno. Stanno provando a dividerci, ma non ci riusciranno. In Giorgia Meloni ho trovato non solo un'alleata, ma un'amica: certo, anche tra amici ogni tanto ci sono punti di vista diversi».
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