L'editore di Repubblica ai piedi di Trump

Elkann alla Casa Bianca. Pressioni per evitare la tassazione dei componenti importati

L'editore di Repubblica ai piedi di Trump
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Da Stellantis, Ford e Gm sarebbero in corso pressioni sulla Casa Bianca affinché non siano tassati tutti quei componenti, importati dall'estero, indispensabili per la produzione di veicoli sul territorio Usa. Problemi determinati dai dazi che, con riferimento a Stellantis, si ripercuoteranno anche sulle fabbriche del gruppo in Canada e in Messico. I tre big, a questo punto, hanno messo in guardia l'Amministrazione di Washington palesando effetti catastrofici. È quanto riporta l'agenzia Bloomberg citando fonti a conoscenza della questione.

Lo stesso presidente e ceo ad interim di Stellantis, John Elkann, ha avuto un faccia a faccia con Donald Trump chiedendo «chiarezza sui piani futuri relativi al settore» vista la volontà dello stesso capo della Casa Bianca di ripristinare gli standard ambientali in vigore nel 2020, bocciando di fatto la stretta green sulle emissioni del suo predecessore Joe Biden. Sempre Trump, alla domanda di un cronista se l'editore del quotidiano Repubblica avesse chiesto una pausa sui dazi al 25% alle porte, ha replicato con un secco «no».

Sull'incontro Trump-Elkann è intervenuto Lucio Malan, presidente dei senatori di Fratelli d'Italia: «Dopo che l'editore di Repubblica è andato amabilmente a interloquire con Trump, per parlare di affari, immaginiamo che - coerentemente con la linea editoriale seguita finora contro Giorgia Meloni, ovvero che con il presidente Usa non bisogna dialogare ma soltanto insultarlo - i suoi giornalisti ed editorialisti di punta avranno parole di fuoco verso il loro editore. Il quale, lungi da attaccare il 47° presidente Usa e accusarlo di ogni nefandezza, è andato a parlare dei propri interessi imprenditoriali».

Per Stellantis il mercato Usa è centrale: oltre 75mila i dipendenti nel Paese per un fatturato annuo di 63,5 miliardi di euro e consegne pari a 1,4 milioni di veicoli. Lo stesso presidente Elkann, in un precedente incontro, aveva rassicurato Trump sulle attività del gruppo negli Usa dopo i non pochi dissidi sorti anche con il sindacato Uaw e causati dall'ex ceo Carlos Tavares. Quella che è emersa ufficialmente è la visione completamente opposta di Trump rispetto agli obiettivi green dell'Ue che il presidente Elkann aveva definito, pochi giorni fa, «duri e contraddittori» e intorno ai quali «stiamo discutendo approfonditamente con la Commissione per capire quale sarà la direzione da seguire per quanto riguarda il 2035 e gli anni a seguire».

Il Trump-pensiero è chiaro: «Riporteremo gli standard a un livello che è ottimo dal punto di vista ambientale e che consente di produrre auto». Da qui l'obiettivo di tornare alle norme del 2020, cioè al limite di 204 grammi per miglio di CO2 per le vetture rispetto ai piani «elettrici» di Biden: 170 grammi nel '27 e addirittura 85 grammi nel '32.

La Commissione Ue, intanto, ha proposto una modifica mirata al regolamento che stabilisce gli standard di prestazione in materia di emissioni di CO2 per le nuove auto e furgoni. In pratica, sarà consentito di valutare, da parte dei costruttori, il rispetto degli obiettivi di CO2 al 2025, 2026 e 2027 sull'intero triennio facendo una media delle loro prestazioni, anziché annualmente. È il modo trovato per evitare che i produttori di auto siano costretti a pagare multe salate per quest'anno pari, secondo Acea, a una quindicina di miliardi. La parola passa ora a Consiglio e Parlamento Ue. Una tegola da Bruxelles è comunque arrivata ugualmente sulle case auto, multate per 458 milioni in totale per aver partecipato a un cartello di lunga durata riguardante il riciclo dei veicoli a fine vita. Salva Mercedes, mentre sanzione dimezzata (74,9 milioni) a Stellantis per aver cooperato.

Il

mercato di marzo in Italia: dopo 7 mesi in «rosso» le vendite sono tornate a crescere (+6,2%) restando però negative nel trimestre (-1,6%). Per Stellantis calo mensile dello 0,9% e -10,3% da gennaio. Marzo ok per Tesla: +51,3%.

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