Lee Berry, la Pantera Nera che ispirò Wolfe. Così nacque la sinistra dei "radical chic"

Lo scrittore e il party a casa Bernstein in cui coniò l'espressione entrata nella storia

Lee Berry, la Pantera Nera che ispirò Wolfe. Così nacque la sinistra dei "radical chic"
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«La prima regola è che la nostalgie de la boue - lo stile romantico e rudemente vitale dei primitivi che abitano nelle case popolari, per esempio - è bella, e che la borghesia, nera o bianca che sia, è brutta. Diventa così inevitabile che il Radical Chic prediliga chi ha l'aria primitiva, esotica e romantica, tipo i raccoglitori d`uva, che oltre al fatto che sono radicali e vengono dalla Terra sono anche latini, o le Panthers, con le loro giacche di pelle, le acconciature afro, gli occhiali da sole e le sparatorie, o i Pellerossa, che, logicamente, hanno sempre avuto un'aria primitiva, esotica e romantica».

Con questa pagina, pubblicata sul magazine del New York Times nel 1970, lo scrittore Tom Wolfe (1930-2018) inventava l'espressione radical chic: esprimeva la passione della borghesia di sinistra per chiunque volesse distruggere... la borghesia di sinistra e anche di destra. Tom Wolfe prese spunto dal leggendario party di suffragio alle Pantere Nere organizzato dal bianchissimo Leonard Bernstein nel suo attico di tredici stanze con vista meravigliosa su Central Park. Le Pantere erano un gruppo organizzato di afroamericani. Nato per aiutare i neri delle periferie, era diventato una piccola forza politica che non disdegnava le armi, l'antisemitismo e le maniere spicce. I convenuti alla festa del direttore d'orchestra (ebreo) si dividevano in signore simili a gioiellerie ambulanti e rozze Pantere nere. Bernstein raccolse i fondi per gli ospiti d'onore venuti dal ghetto. Sarebbero serviti a finanziare, tra gli altri, gli avvocati di Lee Berry, membro del Black Panther Party che fu incriminato nel più grande processo intentato contro i militanti afroamericani. Berry era uno delle 21 Pantere Nere accusate nell'aprile 1969 di aver complottato per far saltare in aria i grandi magazzini di Midtown Manhattan, le stazioni di polizia e il giardino botanico di New York nel Bronx. Il caso giudiziario crollò due anni dopo, con l'assoluzione degli imputati. Lee Berry è morto in un ospedale vicino alla sua casa di Laurel, nel Maryland, all'età di 78 anni. La causa del decesso, avvenuto il 7 marzo, è stata una lesione cerebrale anossica, come ha annunciato ieri la figlia Afeni Berry al New York Times. La sua vicenda colpì l'alta società per la sua brutalità.

Reduce dell'esercito, Lee Berry, all'epoca 24enne, era in cura per crisi epilettiche presso il Veterans Administration Hospital quando fu incriminato. Gli agenti lo tirarono fuori dal letto d'ospedale in manette e lo portarono al complesso di detenzione di Manhattan, noto come «the Tombs», secondo il racconto che fece la moglie Marva Berry.

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