Lega, quello strano asse con l'M5S per le elezioni amministrative

Circola l'ipotesi che a Roma (ma anche in altre città) ci sia un patto segreto tra Lega e Movimento 5 Stelle. Ma è davvero così o si tratta di fantapolitica? Salvini, intanto, spera che in tanti vadano a votare

Lega, quello strano asse con l'M5S per le elezioni amministrative

Non è un mistero che il leader della Lega, Matteo Salvini, non voglia Guido Bertolaso candidato a Roma. Dopo una lunga battaglia ha chiesto (e ottenuto) che siano i cittadini a decidere se sarà l'ex capo della Protezione civile il candidato del centrodestra. Spazio ai romani, dunque. Ma la Lega nella Capitale difficilmente può mobilitare folle di elettori. E dunque? Alcune indiscrezioni ipotizzano un "patto segreto" con il Movimento 5 Stelle in occasione delle "gazebarie" che si terranno questo fine settimana (previsti un centinaio di gazebo in tutta la Capitale). Il voto di elettori e simpatizzanti del centrodestra dovrebbe servire a confermare (o meno) la candidatura di Bertolaso. Non essendoci altri candidati in corsa si potrà fare una croce solo sul "sì" o "no". I leghisti a Roma hanno mobilitato circa 10mila persone nella precedente consultazione: un risultato importante, tenuto conto che quasi non c'è stato preavviso. Ora, però, si ragionerà su altri numeri e la Lega, da sola, difficilmente può pensare di scalzare Bertolaso. Ecco, dunque, che è spuntata l'idea: mobilitare migliaia di persone pronti a votare "no" nei confronti dell'ex capo della Protezione civile.

Ovviamente il "giochino" non viene confermato. Anche se qualcosa trapela. Come ricorda La Stampa Massimo Fedriga, capogruppo alla Camera della Lega, dietro le quinte della trasmissione "Omnibus" (La7) si lascia scappare questa frase: A queste consultazioni di Forza Italia si può votare sì, ma immagino si possa votare anche no. E se Bertolaso venisse bocciato, Berlusconi dovrebbe prenderne atto". Primo segnale. Poi arriva il secondo. Ospite alla trasmissione diMartedì (La7) Matteo Salvini ha messo le mani avanti. "Io con umiltà ho semplicemente chiesto che per la prima volta nella storia un candidato del centro destra fosse sottoposto al giudizio popolare prima che fosse investito ufficialmente. Mi è stato concesso, non a me, ma è stato concesso ai romani di dire la loro. Spero che siano in tanti sabato e domenica ad andare a dire: sì Bertolaso è il migliore, mi fido lo voglio", oppure dire "no scegliamo un altro".

I leghisti sanno bene che non riusciranno mai a mobilitare masse di elettori nella Capitale, così avrebbero pensato di riempire i gazebo di Forza Italia con il maggior numero possibile di persone pronte a ostacolare Bertolaso. Ma è possibile che Salvini voglia fare tutto questo polverone per agevolare la corsa di Storace (o di Irene Pivetti)? La Stampa osserva che, sotto sotto, il piano può essere un altro. Agevolare, per quanto possibile, le candidature grilline di Roma e Torino, in cambio del favore reso a Bologna e Novara. Un piano di desistenza incrociato, che si baserebbe sul voto disgiunto in ben quattro città. Ipotesi suggestiva, anche se difficile da realizzare, anche perché un conto sono le mobilitazioni dei militanti, altra cosa le elezioni.

Salvini pro Virginia Raggi, la candidata M5S a sindaco di Roma? "I voti appartengono ai cittadini, non ai segretari di partito", risponde in modo stizzito Alessandro Di Battista, membro del direttorio M5S. A chi insiste e domanda se ai 5 Stelle non dispiacciano i voti della Lega, replica così: "Chiedete piuttosto al Pd che prende i voti di Verdini". Molto critico il commento di Fabrizio Cicchitto (Ap): "Non si capisce come Forza Italia ma anche in alcune situazioni locali l’Ncd possano collaborare con Salvini che ha dichiarato fin d’ora che agli eventuali ballottaggi voterebbe per il M5S. È evidente che gli estremi si toccano".

Il governatore della Liguria, Giovanni Toti (FI), cerca di gettare acqua sul fuoco: "Credo che a Roma domenica questa consultazione dei cittadini andrà bene. Bertolaso sarà il candidato di tutti, che vincerà le elezioni, perché è il sindaco giusto per risolvere i problemi di quella città. E i romani lo sanno perfettamente". E prosegue: "Non sono primarie quelle di Salvini a Roma. Sono una consultazione dei cittadini romani su un candidato che è già stato scelto senza il metodo delle primarie. L'ho sentito chiaramente dal segretario della Lega che casomai useremo" le primarie "per le politiche, ma non per queste amministrative".

Ma il diretto interessato, Guido Bertolaso, cosa dice? "Non ne so nulla. Io mi preoccupo dei problema dei romani e non mi occupo delle vicende politiche", dice a Corriere Tv.

Quando "mi è stato chiesto di candidarmi, Matteo Salvini mi ha detto ’mi raccomando ci tengo molto a Roma, vogliamo vincere. Partiamo subito. E io dal giorno dopo ho iniziato. Poi alcune dichiarazioni non comprese sembrano non esser state prese bene da Salvini ma io sono un uomo libero e dico quello che voglio".

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