Non sappiamo - a differenza delle prefiche dell'ecoansia - se sarà un autunno caldo. Al momento, dal punto di vista politico, l'estate pare abbastanza tiepida. Ci spieghiamo meglio. Bip bip. Venerdì 169mila italiani ricevono un sms e hanno un soprassalto, anche perchè, immaginiamo, non ne ricevessero uno da anni, dato che tutti ormai utilizzano Whatsapp, tranne l'Inps che, d'altronde, è l'Istituto nazionale della previdenza sociale e non social. Il messaggio non lascia margine a molte interpretazioni a chi lo ha ricevuto: reddito di cittadinanza sospeso o, nella migliore delle ipotesi, rimodulato al ribasso.
Una notizia che può risultare stupefacente solo in un Paese nel quale i governi non fanno mai quello che promettono: la stretta sulla regalìa grillina era stata anticipata in tutti i modi - a partire dalla campagna elettorale - dai partiti della maggioranza. Insomma niente di nuovo sotto il sole, ma abbastanza da far sacramentare chi percepiva l'assegno. Però il bip bip del noto messaggino deve aver destato anche le opposizioni che, sotto il medesimo sole canicolare, stavano sonnecchiando. In assenza di valide e non valide alternative quale opportunità migliore che cavalcare la rabbia della folla inferocita per il reddito sottratto? Così il Pd, il M5S e pure la Cgil (che dovrebbe difendere chi ha un lavoro o chi lo cerca, non chi lo evita) uniti come mai lo erano stati, decidono di imboccare la strada più scellerata e gettano il mozzicone nella pozza di benzina. «Bomba sociale», «bullismo istituzionale», «sms disumani», «sms schifosi», «governo cinico, brutale e irresponsabile».
L'opposizione shakera il dizionario dell'odio sociale e lo riversa sul Paese, in attesa di una risposta. Che al momento non arriva. Al netto di una cinquantina di sciamannati scesi in strada a Napoli, la piazza (per ora e per fortuna) è sorda di fronte alle irresponsabili sirene del neonato asse pro fannulloni. Il torrido agosto e le sue ferie sedano le rivolte più di una falange oplitica.
Il che, però, non deve indurci a sottovalutare un malessere - fomentato da Pd, M5S e sindacati -, che per ora non agita le masse, ma fa già breccia tra i più deboli e disperati. Ieri un disoccupato rimasto senza reddito di cittadinanza è entrato nell'ufficio del sindaco di Terrasini, in provincia di Palermo, e ha minacciato di dar fuoco a tutto. È il primo segno, speriamo sia anche l'ultimo.
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