Iran, bloccata la legge sul velo

Liberata la cantante del video senza hijab

Iran, bloccata la legge sul velo
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Il velo continua a essere il pomo della discordia e di enormi sofferenze in Iran. È stata rilasciata la cantante iraniana Parastoo Ahmadi, che si era esibita in un video senza hijab e con un vestito scollato e per questo arrestata sabato, anche se la polizia smentisce di aver trattenuto l'artista. Nelle stesse ore si è intanto diffusa la notizia dello stop da parte del presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, attraverso il suo potere di veto, della legge che prevedeva l'inasprimento delle sanzioni per le donne che non rispettano il rigido codice di abbigliamento nella Repubblica Islamica. Pezeshkian l'avrebbe portata all'attenzione del Supremo consiglio per la sicurezza nazionale. Secondo il giornale Hamashahri, un consigliere del presidente, Ali Rabiei, parla di decisioni motivate dalle conseguenze che la normativa potrebbe avere sulla società. Pezeshkian spera in «limature», dopo il rinvio ufficiale dell'attuazione della legge. Il Supremo Consiglio per la sicurezza nazionale ha chiesto al Parlamento lo stop in modo che un testo con emendamenti possa essere sottoposto all'Aula. Nella versione approvata dal Parlamento e dal Consiglio dei Guardiani sarebbero previste, tra l'altro, multe salate per le donne che non rispettano l'obbligo del velo e sanzioni particolarmente severe per personalità di spicco, dal divieto di esercitare la professione a quello di lasciare il Paese, alla confisca del 5% dei beni.

Intanto la cantante Ahmadi è stata liberata insieme agli altri due componenti della sua band, contro i quali non sarebbero state formalizzate accuse. La polizia ha solo confermato che la donna era stata convocata per essere ascoltata in relazione a un «video fuori dall'ordinario» e che aveva poi «lasciato gli uffici di polizia accompagnata dalla famiglia».

Il 12 dicembre, la magistratura affermava che il concerto si era tenuto «senza autorizzazione legale e senza rispettare i principi della Sharia» e che avrebbe preso «misure appropriate» contro l'artista e il team di produzione.

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