Quando si raccontano le «imprese» degli attivisti di Ultima Generazione, quelli che vogliono salvare un pianeta che tutti gli altri invece vorrebbero distruggere, si ha quasi la sensazione che, dai monumenti imbrattati ai blocchi stradali, i loro più che veri e propri atti criminali siano «marachelle». Anche un paio di giorni fa a Milano, quando è stato imbrattato l'Arco della Pace in molti anche da Palazzo Marino si sono affrettati a far sapere che in realtà le vernici erano lavabili e la pulizia sarebbe stata cosa da poco. Invece no. L'Arco andrà restaurato esattamente come era successo con la statua di Vittorio Emanuele in piazza del Duomo colorata di arancione sempre da lorsignori. «E io pago...» avrebbe chiosato Totò. Che poi, al di la di qualche denuncia, finora questi illuminati ragazzotti spesso di ottima famiglia l'hanno più o meno sempre fatta franca. Ora con il pacchetto sicurezza varato dal Governo l'aria dovrebbe cambiare, sicuramente per quanto riguarda i blocchi stradali per i quali si rischierà il carcere e anche per gli imbrattamenti con una norma che consentirà di far pagare i costi degli interventi di ripristino.
«L'attacco degli eco-vandali all'Arco della Pace è l'ennesima azione sconsiderata di chi danneggia monumenti importanti del nostro patrimonio culturale- spiega il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano- Nei confronti di costoro è inaccettabile e da irresponsabili mostrare atteggiamenti cedevoli, se non addirittura ammiccanti. Il principio che voglio ribadire è che chi distrugge dovrà pagare di tasca propria». Ma forse non è neppure solo un problema di costi, anche se ovviamente contano. Imbrattare un monumento è un oltraggio ai simboli, alla storia, a una città e a tutti i cittadini. «Ricordo che attaccare il patrimonio culturale della Nazione significa danneggiare beni collettivi che rappresentano la ricchezza di tutti- continua il ministro- E ciascun cittadino, come sancisce l'articolo 9 della Costituzione, ha il dovere di preservare questa risorsa preziosa».
Ma chi è convinto di dover salvare il mondo queste ragioni non le sente, anzi se ne frega. Fiore, una attivista di 24 anni che pochi giorni fa ha partecipato al blitz milanese, racconta all'Adnkronos la sua delirante missione: «Ho studiato arte, mi sono laureata quindi me è difficile imbrattare un monumento. Però mi sono detta: cosa è più importante? Il fatto che non potrò avere bambini? Che morirò di caldo? Noi siamo sempre stati politici, abbiamo alcuni partiti che ci sono vicini anche se non lo possono dire. E poi non è vero che i costi per ripulire i monumenti li pagano i contribuenti: basta fare una ricerca su internet per capire che li finanziano i privati. Dopo il blitz all'Arco siamo stati in questura fino alle due di notte, ci hanno perquisito e poi ci hanno fatto le foto segnaletiche e noi questa la viviamo come una forma di repressione...». Insomma «So' ragazzi...».
Se non fosse che c'è gente che a 24 anni lavora sodo, tiene famiglia, magari non ha avuto la fortuna di potersi laureare e alla salvezza del pianeta ci tiene allo stesso modo se non di più. Ma la vernice la usa per ridipingere le pareti di casa sua...
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