L'Italia ha due reti di accesso ma solo il 40% coperto in fibra

Più estesa la copertura della banda ultralarga a 30Mb. Ma Colao punta a un Giga entro il 2026

L'Italia ha due reti di accesso ma solo il 40% coperto in fibra

La vita «smart», dallo smartworking per il lavoro, alla smart tv per l'intrattenimento, dipende dalla presenza di una infrastruttura capace di supportare queste funzioni. Secondo dati forniti dal ministero dello Sviluppo economico, nello scorso aprile, la diffusione dei servizi di banda ultralarga ad almeno 30 Mb (ossia la soglia minima lavorare o vedere un film) in Italia è al 66% ed è dunque a disposizione di due italiani su tre. Resta invece più bassa, intorno al 40% la copertura a 100 Mb, ossia quel Giga che nelle intenzioni del governo dovrebbe essere a disposizione di tutti entro il 2026. Ma cosa si intende quando si parla di rete fissa? Le reti di accesso alle unità immobiliari sono due: quella di Tim e di Open Fiber. Quella di Tim era principalmente in rame che, si sa, è poco smart (intorno ai 7Mb quando va bene) e quindi deve essere aggiornata con la fibra. Per continuare l'aggiornamento di questa rete secondaria e portare la fibra dentro le case degli italiani l'ad di Tim Luigi Gubitosi ha costituito una società, FiberCop, con il fondo Kkr che nell'operazione ha investito 1,8 miliardi per avere il 37,5% della società mentre 58% è rimasto a Tim e il 4,5% all'operatore a banda ultralarga Fastweb. Tim dispone anche di una rete primaria in fibra che va dalle centrali ai cabinet (ossia i punti di smistamento verso le unità immobiliari) ed è estesa in tutto il paese. In Italia ci sono diverse reti primarie ma naturalmente quella di Tim è la più capillare.

Open Fiber, nata nel 2015 su impulso del governo di Matteo Renzi, ha costituito la sua rete di accesso tutta in fibra facendo così concorrenza all'ex-monopolista. Ha comperato Metroweb, ossia la rete in fibra presente in una città importante come Milano e ha vinto tutte le gare predisposte dal governo per portare la fibra nelle aree bianche, quelle a fallimento di mercato, dove sta realizzando una rete pubblica in Ftth (ossia in fibra ottica) ed Fwa (Fixed wireless access). Questa rete però è di proprietà di Infratel e quindi del ministero dello Sviluppo economico e non di Open Fiber, il cui ruolo è quello di concessionario.

Del resto è proprio per questo motivo che il Mise sta vigilando sui tempi di realizzazione di questa rete da parte di Open Fiber e sulla percentuale della stessa realizzata con la tecnologia Fwa che è senza fili e dunque molto più rapida da fare ma meno efficiente.

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