L'onda dei dissidenti che agita lo Zar

Dall'attivista alla cantante, alla deputata: crescono le voci critiche

L'onda dei dissidenti che agita lo Zar

Il conflitto tra Russia e Ucraina prosegue e rischia di espandersi, il presidente Putin perde colpi e consensi in patria e nel mondo e l'onda dei dissidenti russi aumenta.

L'attivista Vladimir Osechkin, fondatore del progetto per i diritti umani Gulagu.net e autore di diversi scoop sul regime di Putin, (per esempio quello sulle torture in carcere), ha raccontato di come abbiano cercato di ucciderlo a Biarritz, in Francia, dove è riparato da anni. Anche se la procura di Bayonne ha aperto un'inchiesta per «minacce» e non per tentato omicidio. L'oppositore sostiene di essere stato informato, all'inizio di febbraio, di un piano di omicidio contro di lui e di essere stato messo sotto protezione dalla polizia. Osechkin ha spiegato di essere sfuggito a un attentato la sera del 12 settembre mentre si trovava a casa con la moglie e i figli. «Intorno alle 21, ero a casa e stavo lavorando al buio», ha detto alla France Presse. «Quando sono rientrati mia moglie e i miei figli, abbiamo acceso la luce e dato da mangiare ai bambini, e ho notato un puntino rosso (forse un mirino laser) che si muoveva sulla ringhiera di una delle terrazze e poi verso di me sul muro. Abbiamo spento di nuovo la luce e ci siamo sdraiati sul pavimento, abbiamo chiuso le imposte e chiamato la polizia. Quando gli agenti sono arrivati, hanno cercato di aprire la persiana, e hanno sentito degli spari. Cosa confermata dai vicini interrogati». Nel 2021, l'ong di Osechkin ha diffuso video di stupri nelle carceri russe e testimonianze di vittime che avevano portato all'apertura di un'indagine da parte delle autorità. Osechkin sostiene di avere più di mille video che mostrano le torture in carcere. Nel frattempo, una tra le più famose cantanti pop russe, Alla Pugacheva, è stata denunciata per aver screditato le forze armate russe con alcune dichiarazioni critiche dell'operazione militare in Ucraina «basta con le morti inutili dei nostri ragazzi per obiettivi illusori che hanno reso il nostro Paese un paria». Pugacheva, alcuni giorni fa, aveva chiesto al ministero della Giustizia russo che le venisse assegnata l'etichetta di «agente straniero» dopo che suo marito, il comico Maxim Galkin, era stato inserito, il 16 settembre, nel registro delle figure ritenute «agenti stranieri» per via dei suoi appelli contro l'invasione dell'Ucraina. Ora non è chiaro se, sull'artista, sia stata aperta formalmente un'inchiesta. Le accuse della Pugacheva risultano pericolose per Mosca sia per la sua popolarità, sia perché la cantante nazional popolare è gradita proprio alla Russia che si è sempre sentita rappresentata da Putin. Infine la vicenda della deputata municipale di San Pietroburgo, Ksenia Thorstrom (che ora si trova in Finlandia), e che ha firmato la petizione contro Putin. Un coraggio non indifferente quello della deputata e dei suoi (per ora) settanta colleghi. «Siamo 70 deputati contro lo Zar, chiediamo le sue dimissioni dalla carica di Presidente. Riteniamo che le sue azioni siano dannose per il futuro della Russia e dei suoi cittadini» ha raccontato la Thorstrom.

Spiegando al Corriere della Sera che: «In questo mutismo generale, dove i nostri parlamentari non alzano la testa, siamo noi a dover fare qualcosa. Noi, piccoli pesci del mare che abbiamo poca forza politica, che gestiamo solo le questioni quotidiane delle nostre municipalità, ma rischiamo come tutti gli altri di finire dentro».

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