È l'ultima ridicola trovata di un governo che continua a negare la gravissima emergenza umanitaria in cui lui stesso ha fatto precipitare il Venezuela. E così in un Paese dove cibo e medicine - aspirina compresa- si trovano ormai col lumicino, ecco il delfino di Chávez annunciare in televisione al suo popolo affamato el plan conejo. Sì, avete capito bene, un «piano coniglio» in perfetto stile stalinista che prevede, inizialmente in forma pilota in 15 comuni, l'allevamento intensivo di quegli animaletti che i venezuelani hanno finora venerato come amici domestici al pari di cani e gatti. E per rendere più indolore la pillola, Maduro ha pensato bene di dare la parola al suo ministro dell'Agricoltura, Freddy Bernal. Il quale prima ha detto che sì effettivamente «i venezuelani hanno l'abitudine di chiamare per nome i loro coniglietti e di dormire con loro» ma poi ha aggiunto che «debbono cominciare a vedere questi animaletti non più come mascotte bensì come 2 kg e mezzo di carne da moltiplicare e mangiare» per «vincere la guerra economica» contro il «nemico imperialista yankee», colpevole secondo Maduro & co di supermercati vuoti e fame.
L'establishment bolivariano però ignora le sue responsabilità enormi per un'inflazione arrivata al 700% annuale e che, nei mesi precedenti, aveva addirittura sfiorato il 1000%. Ora la recente scarsità di moneta contante, paradossalmente, la sta facendo calare, dando così adito a proposte ridicole come quella di aggiungere tre zeri alle banconote da 100 bolivares. Adesso il «piano coniglio» sancisce di fatto il fallimento dell'idea del controllo dei prezzi da parte dello stato. Una politica che ha fatto crollare la produzione interna di beni alimentari creando un enorme mercato nero, un aumento esponenziale della disoccupazione e una popolazione letteralmente affamata. Basti pensare che secondo le statistiche oggi i venezuelani pesano in media 12 kg in meno rispetto a quando Maduro è salito al potere, nel 2013. La «dieta Maduro» così è stata macabramente soprannominata dal pueblo - è riuscita a creare finora solo file di zombie scheletrici che rovistano nelle immondizie ed elemosinano un tozzo di pane in Avenida Libertador e nella Francisco de Miranda, un tempo simboli di un Venezuela opulento grazie al suo petrolio.
La notizia della boutade dei conigli ha naturalmente scatenato le reazioni dell'opposizione che ha ironizzato sulle reti sociali con tweet del tipo «povero il mio micio, dovrò nasconderlo. Se Maduro lo vede lancia subito il piano gatto».
Ironia a parte, il «piano coniglio» ricorda il «piano delle vacche» di Fidel Castro che, importando una specie bovina dall'Argentina, voleva rendere Cuba autosufficiente sul fronte proteico. Peccato che le vacche della Pampa non si adottarono al clima caraibico e morirono quasi tutte, affamando ancora di più i cubani. La speranza è che vada meglio ai «conigli di Maduro».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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