Nel via vai di leader occidentali che vanno a Kiev a portare il sostegno dei loro Paesi all'Ucraina, ieri è stato il giorno di Luigi Di Maio, ministro degli Esteri con la data di scadenza, che ha compiuto così la sua ultima missione di una certa importanza (ci sentiremmo di escludere che Giggino resti alla Farnesina dopo il 25 settembre). Il leader di Impegno Civico ha incontrato alla presenza dell'ambasciatore italiano a Kiev Pierfrancesco Zazo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per confermare l'appoggio italiano a Kiev. «L'Italia non abbandonerà il popolo ucraino», ha detto di Maio, aggiungendo che è fondamentale ricercare la via diplomatica «per ritrovare la pace e difendere la democrazia». «Noi non potevamo che aiutare e sostenere questo popolo, che fornirgli tutto l'aiuto possibile per difendersi dall'invasore. Gli ucraini non stanno difendendo solo sé stessi ma stanno difendendo la liberà di tutta l'Europa e noi dobbiamo scegliere da che parte stare. Come governo italiano, abbiamo scelto di stare dalla parte del popolo ucraino. Nel difendere l'Europa, non possiamo che incoraggiarli a continuare». L'ex pentastellato ha anche parlato del riconoscimento all'Ucraina dello status di Paese candidato all'Ue come di un «passo fondamentale di vicinanza e di incoraggiamento», sottolineando che la visita a Kiev del premier Mario Draghi lo scorso giugno era stata «determinante» in questo senso.
Certo, Di Maio non può garantire che il futuro governo sarà schierato con la stessa osservanza attuale nel fronte dei filoucraini senza macchia e senza paura. Quel «noi» all'inizio della frase precedente evoca un «gli altri» da cui prendere le distanze mettendo molte mani avanti. E anche la frase successiva inizia con un «da parte nostra» piuttosto eloquente. «Da parte nostra continueremo a dare la massima vicinanza al popolo ucraino e al governo ucraino. Lo faremo con le visite ma lo dobbiamo fare anche con i fatti: siamo stati uno dei Paesi che ha dato più aiuti alla resistenza ucraina, abbiamo dato un aiuto finanziario e umanitario importante e dobbiamo fare ancora di più». Ancora messaggi nemmeno tanto in codice in patria. «Dobbiamo augurarci - dice - che non cambi niente, che si continui a sostenere con tutte le forze possibili questo Paese perché l'Ucraina è la frontiera dell'Europa, non sta difendendo solo sé stessa». Un concetto ribadito, in altri termini, nel corso della conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. «Non ci sono posizioni ambigue che tengano. Se si vuole sostenere l'Ucraina la si sostiene dal punto di vista delle sanzioni alla Russia, dal punto di vista della resistenza ucraina, del supporto umanitario e del supporto finanziario», le parole di Di Maio.
In visita a Irpin, Di Maio ne approfitta anche per bacchettare i negazionisti della guerra: «Qui ad Irpin c'è una città distrutta, rasa al suolo, e in Italia c'è ancora chi nega i fatti che sono avvenuti ad opera delle truppe russe, ad opera di Putin». Su facebook il concetto è espresso con maggiore precisione: «Morte e crudeltà. Città distrutte, rase al suolo: questa è la verità. La guerra è vera, guardate queste immagini. Chi minimizza è complice del massacro. Non potevamo ignorare il grido di dolore di un popolo coraggioso, che non ha rinunciato a difendersi e a difenderci. Il nostro sostegno al popolo di Kiev, a questa resistenza europea continua. E oggi sono qui in Ucraina per portare il sostegno del nostro Paese. Bisogna fermare immediatamente questa atroce guerra, dobbiamo ricercare con tutte le forze la pace». Di Maio ha incontrato anche il ministro dell'Interno e co-presidente del Comitato italo-ucraino di cooperazione economica, industriale e finanziaria, Denis Monastirsky.
E Zelensky? Il presidente-attore ha ormai preso l'abitudine ad accogliere e abbracciare leader dei vari Paesi (mercoledì c'era Bopris Johnson con qualche decina di milioni di armi) e riserva a Di Maio il discorsetto standard confezionato per i suoi protettori europei: «L'Italia - si legge su Telegram in accompagnamento a un video dell'incontro - è uno dei principali Paesi che hanno sostenuto l'Ucraina, la nostra società, coloro che sono dovuti fuggire dal conflitto. Ringrazio per la visita il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
E anche il governo della Repubblica italiana, personalmente il presidente del consiglio Mario Draghi e tutta la società italiana per aver sostenuto l'indipendenza e la sovranità dell'Ucraina. Il vostro sostegno è molto importante e prezioso per noi».
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