Una rivelazione che getta altra benzina sul fuoco, un'intercettazione che ravviva i dubbi sulla già contestata ipotesi di suicidio di Liliana Resinovich. La 63enne - trovata morta nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste il 5 gennaio del 2022 - più di trent'anni fa rimase incinta del suo amico Claudio Sterpin, l'uomo che (come la famiglia di lei) si oppone strenuamente all'ipotesi del suicidio finora sostenuta dalla Procura.
La rivelazione emerge da un'intercettazione ambientale del 5 marzo 2022: sono trascorsi due mesi dal ritrovamento del cadavere e il marito Sebastiano Visintin - che in più occasioni ha ribadito che «nessuno sapeva di lei e Claudio» - racconta a una persona che tra il 1990 e il 1991, quando lui e Liliana erano già una coppia, lei rimase incinta dell'amico e fu lui stesso, che non ha mai avuto un rapporto idilliaco con Sterpin, ad accompagnare Liliana ad abortire. A confermare quell'aborto volontario ci sarebbe anche la documentazione sanitaria dell'ospedale, contenuta negli atti. Secondo la consulente della famiglia Resinovich, Gabriella Marano, questo elemento «valutato con le ulteriori emergenze di indagine, come il fatto che Visintin sapesse, come da lui dichiarato pubblicamente, che la moglie andava a stirare le camicie a Claudio» farebbe capire che «Sebastiano non poteva non sospettare di una frequentazione di Lilli con Claudio».
Non solo: secondo quanto riferito dalla consulente, nella stessa intercettazione Visintin si sarebbe mostrato preoccupato di alcune foto in cui sono ritratti insieme proprio Liliana e Claudio. «Sebastiano dice all'interlocutore di avere ancora delle foto dei due, parecchie, ma che queste si trovano negli hard disk sequestrati», sostiene Marano. Per il procuratore capo di Trieste Antonio De Nicolo «questo è gossip, non mi interessa né confermare né smentire. È al di là di quello che io ritengo doveroso da parte nostra. Noi abbiamo dato la parola alla scienza, abbiamo un'équipe di consulenti di capacità indiscusse a livello internazionale, aspettiamo che facciano il loro lavoro». In queste settimane sono infatti in corso le analisi sulla salma di Liliana, condotte dalla consulente della procura.
Chi invece continua a opporsi all'ipotesi del suicidio è Sergio Resinovich, fratello di Liliana: «Non aveva ragioni per suicidarsi e più andiamo avanti con le indagini e più mi convinco di come questa ipotesi sia assurda e inverosimile».
E sul rapporto tra la sorella e l'amico dice: «Hanno avuto una relazione speciale che, con alti e bassi, si è trascinata negli anni, fino agli ultimi tempi; questo ormai si può considerare un dato certo, nonostante il marito Sebastiano continui goffamente a negare».
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