L'ultimo tentativo di Macron. Ore al telefono per mediare. "Ma il Cremlino ha già deciso"

Emmanuel Macron fa un ultimo disperato tentativo per scongiurare lo spettro di un conflitto in Europa e incassa un primo pallido segnale di distensione

L'ultimo tentativo di Macron. Ore al telefono per mediare. "Ma il Cremlino ha già deciso"

Emmanuel Macron fa un ultimo disperato tentativo per scongiurare lo spettro di un conflitto in Europa e incassa un primo pallido segnale di distensione. Al termine di una telefonata di quasi due ore il presidente francese e il collega russo Vladimir Putin hanno concordato di «intensificare» gli sforzi diplomatici per risolvere la crisi e lavorare ad un cessate il fuoco nell'Ucraina orientale. Anche se il leader del Cremlino ha ribadito che le «provocazioni» di Kiev sono all'origine dell'escalation nell'Est. Joe Biden, comunque, rimane convinto dell'attacco e convoca il Consiglio per la sicurezza nazionale, ma il segretario di stato Antony Blinken fa sapere che il presidente americano è pronto a incontrare Putin «in ogni momento e in qualunque formato»: «la diplomazia è possibile fino a quando i carri armati non sono realmente in movimento». Le intense manovre diplomatiche di Macron per tentare di scongiurare un'invasione russa e una «eventuale più grande guerra», intanto, proseguono. Dopo il lungo colloquio con Putin ha parlato con il collega ucraino Volodymyr Zelensky, il quale al termine della telefonata ha comunicato su Twitter il suo sostegno per «l'introduzione immediata di un cessate il fuoco» nel Donbass.

«Vogliamo che si intensifichi il processo di pace, sosteniamo la convocazione urgente di una riunione del gruppo di contatto trilaterale (Ucraina, Russia, Osce) e l'introduzione immediata di un cessate il fuoco», ha affermato. Il leader dell'Eliseo, da parte sua, nelle ore successive ha avuto un'altra conversazione a tre, questa volta con Biden e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. E secondo l'Eliseo potrebbe sentire a breve anche il premier italiano Mario Draghi e quello britannico Boris Johnson. Washington e Londra, tuttavia, continuano a parlare di un'invasione sempre più imminente. «La Russia potrebbe lanciare un attacco contro l'Ucraina in qualsiasi momento», ha ripetuto la Casa Bianca, annunciando la riunione del presidente con il Consiglio per la sicurezza nazionale. «Crediamo che Putin abbia preso la sua decisione. Punto», ha ribadito poi la vice presidente Kamala Harris, sottolineando che esiste una «reale possibilità di guerra in Europa».

Secondo quanto riferito dal corrispondente della Cbs per la sicurezza nazionale David Martin, gli Usa hanno informazioni di intelligence in base alle quali i comandanti russi hanno ricevuto gli ordini di procedere con un'invasione dell'Ucraina. E secondo fonti della Cnn, Mosca ha quasi il 75% delle sue forze convenzionali in posizione contro l'Ucraina. Johnson, da parte sua, incalza affermando che le prove suggeriscono come la Russia stia pianificando «la più grande guerra in Europa dal 1945». In un certo senso «il piano è già iniziato», ha avvertito il premier in un'intervista alla Bbc a margine della conferenza sulla sicurezza a Monaco: secondo lui le truppe russe non stanno solo progettando di entrare in Ucraina da est, attraverso il Donbass, ma dalla Bielorussia e dall'area circostante a Kiev per circondare la capitale. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, d'altronde, ha spiegato che l'Occidente non può più continuare a offrire un «ramo d'ulivo» a tempo indeterminato quando la Russia alimenta le tensioni lungo il confine ucraino.

«Una cosa è certa - ha aggiunto - se ci sarà un'ulteriore aggressione militare, reagiremo con sanzioni massicce». L'Osce intanto ha in programma per oggi una riunione d'urgenza fra i suoi rappresentanti permanenti allo scopo di trovare modi per dare il via ad una de-escalation della crisi ucraina.

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