Da Macron a Merkel: "Dialogare con i talebani"

Parigi: avviati contatti col regime. Berlino e Londra: trattative ma prima i diritti

Da Macron a Merkel: "Dialogare con i talebani"

L'Europa pensa l'impensabile: un dialogo con i talevbani per tenere viva l'idea di un corridoio umanitario per la salvezza degli afghani che, per aver collaborato con le forze Nato, sarebbero condannati a essere perseguitati in patria e quindi vogliono andarsene dall'Afghanistan.

Tra i primi a muoversi il presidente francese Emmanuel Macron che, parlando da Baghdad, in una conferenza stampa convocata al termine di un vertice regionale, ha annunciato l'avvio di colloqui con i nuovi padroni dell'Afghanistan «per proteggere ed evacuare le donne afghane e gli afghani». L'inquilino dell'Eliseo ha parlato di una sorta di mediazione del Qatar che, nell'ambito delle sue discussioni con i talebani, ha la possibilità di «organizzare operazioni di trasporto aereo». Macro ha anche assicurato che la Francia rimarrà in Iraq anche se gli Usa si ritireranno. «Qualunque sia la scelta americana, manterremo la nostra presenza per combattere il terrorismo in Iraq, finché l'Iraq lo chiederà. Abbiamo le capacità operative per garantire questa presenza», ha detto il presidente francese.

Il rapporto con i talebani è stato anche l'oggetto di un colloquio telefonico tra il premier britannico, Boris Johnson, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, di cui abbiamo notizie grazie a un report del portavoce di Downing Street. I due leader «hanno deciso di lavorare, insieme al resto del G7, per mettere in atto la tabella di marcia per trattare con qualsiasi nuovo governo afghano», ha reso noto il portavoce di Londra citato dalla Bbc. Che ha aggiunto: «Il primo ministro ha sottolineato che qualsiasi riconoscimento e impegno coi talebani deve essere subordinato al fatto che consentano un passaggio sicuro a coloro che vogliono lasciare il Paese e che rispettino i diritti umani».

A lasciare un po' di speranza circa l'opportunità di dialogare con i gli «studenti coranicia» il fatto che un loro rappresentante che sta guidando i negoziati con gli Stati Uniti, Sher Mohammad Stanikzai, ha dichiarato che sotto il nuovo governo afghano i confini del Paese rimarranno aperti per coloro che vogliono partire, anche dopo il ritiro degli americani, gli ultimi occidentali ad andarsene dal paese degli aquiloni. «Con i documenti legale e corretti, queste persone possono uscire dal Paese o entrare», ha spiegato in un'intervista televisiva Stanikzai.

L'Italia resta quindi l'unico grande Paese europeo a rifiutare quel dialogo con i talebani che è stato considerato una sorta di «male

necessario» anche da potenze come la Cina e la Russia, entrambi Paesi che, dietro una facciata di rispetto dell'autonomia del Paese, vedono in realtà l'opportunità di fare affari ed estendere la loro influenza in Afghanistan.

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