Il magistrato Albamonte: "Carcere per gli evasori? Così rischiamo il caos"

Eugenio Albamonte, magistrato a Roma e segretario di AreaDG: "Il sistema giudiziario non può affrontare il carcere per gli evasori. È già quasi al collasso"

Il magistrato Albamonte: "Carcere per gli evasori? Così rischiamo il caos"

Il sistema giudiziario non riuscirà a sostenere il blocco della prescrizione e l'introduzione del carcere per gli evasori. Ne è convinto Eugenio Albamonte, magistrato a Roma e segretario di Area democratica per la giustizia, un'associazione che riunisce tutti i magistrati progressisti.

La paura dei magistrati è quella di vedere bloccarsi la macchina della giustizia italiana, a meno che il legislatore non adotti dei correttivi: "Il rischio che corriamo, se non si interviene subito- spiega Albamonte in un'intervista all'Huffington Post- è che tra tre o quattro anni ci ritroveremo di fronte a problemi gravi per il funzionamento del sistema della giustizia". Ma, avvisa, non ci sarà nessuna Apocalisse a gennaio del 2020, dato che "il regime della prescrizione sarà applicabile ai reati che saranno commessi a partire da quella data. È evidente che gli effetti si produrranno dopo".

Il sistema giuridico potrebbe, infatti, ingolfarsi, portando ad un accumulo di processi che difficilmente riusciranno a essere smaltiti in tempi brevi, soprattutto in alcuni "colli di bottiglia", in cui confluiscono migliaia di procedimenti, "come il passaggio tra il giudizio di primo grado e la Corte d’Appello".

Per sistemare la situazione servirebbe, a detta del magistrato "una depenalizzazione ulteriore". Infatti, non tutti i reati "corrispondono a situazioni effettivamente meritevoli della sanzione penale. È la tendenza del legislatore, del resto: quando c’è un problema, un allarme sociale, si risponde con una norma penale. E questo stesso ragionamento è stato fatto anche con il decreto sull’evasione fiscale". Non solo. Per evitare il collasso del sistema di giustizia italiano "sarebbe necessario un più ampio ricorso ai riti alternativi, come l’abbreviato e il patteggiamento. Bisognerebbe incentivarli".

Sul carcere per gli evasori, Albamonte sottolinea che, per contrastare il fenomeno dell'evasione fiscale, basterebbe rendere efficaci i controlli. Ma "noi abbiamo il sistema che indulge spesso con i condoni, che creano una sorta di aspettativa, della serie 'quello che non pago oggi, nella peggiore delle ipotesi lo pagherò domani'". L'introduzione del carcere per gli evasori, però, comporterebbe poi altre indagini e soprattutto ulteriori processi, che si aggiungerebbero alle migliaia già in stallo: "Noi ci troviamo in una struttura che è quasi al collasso, che assolutamente non riuscirà a sostenere l’impatto del blocco della prescrizione dopo il primo grado, figuriamoci cosa può succedere se incrementiamo il carico con nuovi reati".

E sulla proposta per una riforma elettorale del Consiglio superiore della magistratura (Csm), Albamonte precisa che "una dalle cause che ha prodotto i fatti che sono venuti alla luce a primavera" (cioè lo scandalo legato a Palamara) è stata la condeguenza proprio del sistema elettorale dei consiglieri del Csm. Infatti, "quando si va verso il maggioritario uninominale, il risultato è un rafforzamento del potere di chi propone le candidature".

Per quanto riguarda invece le porte girevoli tra politica e magistratura, il magistrato propone due linee guida da segure: "la prima è che non si possono porre limiti alla libertà del magistrato di

candidarsi", la seconda invece stabilisce che "una volta compiuto un incarico politico, la toga non possa continuare a fare il magistrato, ma che possa essere destinato a funzioni diverse, amministrative".

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