Un'esplosione liberatoria. Sotto il palco dell'Ippodromo una bolgia indistinta balla, canta, si diverte. Ondeggia. Sembra un prato sferzato dal vento. Prima s'infrange verso destra, poi a sinistra. Le luci seguono questo ritmo e fendono, insieme ai bassi, il cielo di Milano. Vasco non si ferma, mai. Due ore e mezza, tutte di filato. È una magia vederlo di nuovo calcare la scena.
Il giorno prima, sempre a Milano, la stessa gioia, la stessa esplosione. Undici anni dopo il Milan torna campione d'Italia. La squadra attraversa la città accompagnata da uno tsunami roboante di gioia. Arriva fin davanti al Duomo quest’oceano rossonero. Ai piedi della Madonnina si celebra un'altra funzione. Non è religiosa, ma la fede che professa è altrettanto forte.
Stessa città, stessa piazza. Sabato sera. I migliori cantanti del palcoscenico musicale italiano si alternano uno dopo l'altro. È il concerto di Radio Italia. Quest'anno non ci sono le ferree restrizioni anti Covid ad ostacolarlo. È un copione già visto, ma è sempre potente. E in un'estate in cui tutto è maledettamente caro vedere 20mila persone divertirsi, cantare e ballare fa toccare con mano la potenza della musica. È pura vita.
Sono tre immagini bellissime. Come quelle dei ristoranti e dei locali che traboccano di gente. La libertà che trasuda passa anche dai volti senza più mascherine a imbrigliare l'urlo "Forza Milan!" o i versi di Stupendo. E sì, è davvero stupendo. Poi, però, pensi alle scuole, ai ragazzini seduti al banco ancora con la chirurgica addosso. E pensi che in quelle aule, attorno all'ora di pranzo, il termometro deve superare i 30° e che a tenerla su tutto il giorno, mentre fai di calcolo, t’inventi un tema o arranchi su una versione di Latino, l'anidride carbonica ti torna indietro a ogni respiro. Ed è allora che ti chiedi: ora che abbiamo riaperto tutto, che il peggio è alle spalle, che siamo protetti dal vaccino, ha ancora senso tenere quei ragazzi tutto il giorno in classe con la mascherina?
La scuola non è un viaggio in metropolitana allietato dalla musica o dalla lettura di un buon libro. Per mezz’ora il sacrificio di indossare la mascherina può essere sopportato. La scuola è pensiero, impegno, fatica intellettuale.
La scuola è rapporto umano, con gli insegnanti e con gli amici. Per questo, mancando due settimane alla fine dell'anno scolastico, Speranza potrebbe fare un regalo a questi ragazzi: li liberi. Pemetta loro di salutare i compagni di classe a volto scoperto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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