Il mea culpa di Tel Aviv. "La strage dei volontari un nostro grave errore". E apre agli aiuti a Gaza

Dopo la telefonata di Joe Biden a Benjamin Netanyahu, nella quale il presidente americano ha intimato al premier israeliano di cambiare immediatamente e radicalmente registro nella guerra a Gaza, Tel Aviv ha riaperto il valico di Erez per portare aiuti nella Striscia

Il mea culpa di Tel Aviv. "La strage dei volontari un nostro grave errore". E apre agli aiuti a Gaza
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Dopo la telefonata di Joe Biden a Benjamin Netanyahu, nella quale il presidente americano ha intimato al premier israeliano di cambiare immediatamente e radicalmente registro nella guerra a Gaza, Tel Aviv ha riaperto il valico di Erez per portare aiuti nella Striscia. Israele ha approvato la riapertura del valico con il nord di Gaza per la prima volta dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre scorso, e anche l'utilizzo del porto di Ashdod, sempre con lo scopo di trasferire maggiori aiuti all'enclave. Una mossa che ha riscosso il plauso degli Usa, con Biden soddisfatto perché «Israele sta facendo quello che ho chiesto sugli aiuti a Gaza», dopo che la portavoce del consiglio per la sicurezza Adrienne Watson aveva sottolineato che gli annunci devono essere «attuati pienamente e rapidamente». Il segretario di Stato Antony Blinken ha avvertito che «le azioni di Israele sono sviluppi positivi, ma il vero test sono i risultati, ed è ciò che vogliamo vedere nei prossimi giorni e settimane». «Un dato importante sarà il numero di camion che entra a Gaza e se possono muoversi, specie a Gaza nord - ha precisato - Vogliamo vedere risolti i colli di bottiglia ed essere sicuri che chi porta gli aiuti possa lavorare in sicurezza».

Al contrario, per il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel l'annuncio sul valico di Erez e l'ingresso degli aiuti attraverso Ashdod «non è sufficiente». I bambini e i neonati di Gaza stanno morendo di malnutrizione e sono necessari sforzi sostanziali e urgenti per porre immediatamente fine alla fame come strumento di guerra». Sui sette volontari di World Central Kitchen uccisi dall'esercito israeliano, invece, Blinken ha spiegato che Washington sta rivedendo l'inchiesta di Tel Aviv e seguirà con molta attenzione le misure che l'alleato sta prendendo «affinché nulla di simile accada mai più». «È importante che Israele si stia prendendo la piena responsabilità - ha detto ancora - E anche che sembra si stiano facendo passi» nei confronti dei responsabili. Secondo l'indagine dell'esercito di Netanyahu «quell'incidente non sarebbe dovuto accadere ed è contrario agli standard operativi». «Coloro che hanno approvato il raid - si legge nel dossier presentato al capo di stato maggiore Herzi Halevi - erano convinti di colpire operativi armati di Hamas e non impiegati di Wck. L'attacco è un grave errore che deriva da una seria mancanza, dovuta a un'identificazione errata e a sbagli nelle decisioni» e l'Idf «solleverà i responsabili». Tra cui il comandante dell'unità di fuoco, un maggiore, un colonnello della riserva e il capo dello staff della Brigata. Una nota di riprovazione è stata inviata anche al Comandante del Fronte sud.

«Il problema non è chi commette gli errori, è la strategia militare e le procedure in atto che consentono a questi errori di moltiplicarsi. Risolverli richiede indagini e significativi cambiamenti sul terreno», ha commentato il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres.

A Ginevra, invece, il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che chiede che Israele sia ritenuto responsabile di eventuali crimini di guerra e contro l'umanità commessi a Gaza. Favorevoli 28 Paesi, 13 si sono astenuti, 6 i contrari. Nel testo si chiede anche il divieto di spedire armi allo Stato ebraico per la sua condotta in guerra.

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