Melitopol, arrivano i libri scolastici "russificati". E la guerra sparisce

Il ministro dell'Istruzione Kravtsov porta nell'Ucraina occupata i primi volumi destinati al lavaggio del cervello dei bimbi

Melitopol, arrivano i libri scolastici "russificati". E la guerra sparisce

Probabilmente gli insegnanti assoldati dai russi racconteranno ai ragazzi che quelle che sentono non sono esplosioni ma fuochi d'artificio per festeggiare la liberazione. Oppure si inventeranno che le colonne di fumo che vedono arrivare dall'aeroporto non sono figlie dei bombardamenti ma elementi coreografici gentilmente offerti dalla grande madre Russia. Quel che è certo è che nessuno di loro pronuncerà mai la parola guerra agli alunni e nemmeno si faranno scappare che quella in corso si danni dell'Ucraina è un'aggressione a tutti gli effetti. Figurarsi. Ma questi dogmi che cercheranno di inculcare sono solo una minima parte dell'operazione lavaggio del cervello verso gli studenti di Melitopol. È l'ultimo atto del tentativo di russificazione dei territori occupati in Ucraina da parte del regime di Putin. Forse uno dei più squallidi perché punta il mirino proprio sui più giovani.

E ieri è diventata ufficialmente manifesta, con il ministro dell'Istruzione russo Sergey Kravtsov che in pompa magna ha portato personalmente libri di testo dalla Russia a Melitopol. «La prima spedizione di libri che i bambini useranno per studiare», ha dichiarato l'amministrazione russa premurandosi di sottolineare come Kravtsov abbia in particolare riferito che i libri di storia non parlano di aggressione e che gli alunni saranno educati secondo le tradizioni di amicizia tra i popoli. Del resto, chi non è solito bombardare l'amico vicino? Una mistificazione in piena regola che ha radici lontane nella storia russa. La russificazione risale all'epoca degli zar e venne poi ripresa anche dall'Unione sovietica di Stalin. È successo più volte, insieme a operazioni ben più cruente come purghe e deportazioni e stermini. E oggi Putin la sta mettendo in campo nei territori occupati. Sta accadendo a Zaporizhzhia a Kherson, a Mariupol. Nella città distrutta in tantissimi non hanno più una casa, mancano l'acqua corrente e la luce eppure sono stati installati nelle strade dei maxi schermi che trasmettano la tv russa con 24 ore di propaganda martellante. In molte città, è stata imposta la lingua russa anche per compilare il curriculum scolastico, vietando l'ucraino. In altre città, come a Berdyanskle, le forze russe hanno imposto l'utilizzo del rublo come moneta corrente e istituito varie festività nazionali, come quella per il compleanno del poeta russo Pushkin, che di fatto nemmeno in Russia vengono celebrate.

Gli ucraini provano a resistere. Proprio a Melitopol per esempio, il sindaco destituito, e sostituito con un amministratore fantoccio filorusso, si è dichiarato in esilio e non manca di lanciare proclami da lontano. In tanti ci provano. Al punto che il sentimento nazionalista ucraino si manifesta proprio col tentativo di difendere la lingua. Se di fatto in Ucraina vige una sorta di bilinguismo, dato per assodato seppur spesso mal sopportato, specie dopo la guerra in Crimea è in corso una battaglia per far sì che l'unica lingua ufficiale sia solo l'ucraino, soprattutto in quei territori del Sud come appunto la Crimea e le città di Kharkiv, Dnipro, Mikholaiv, Chernihiv, Odessa e Mariupol è in atto da tempo un tentativo contrario di derussificazione. Un processo molto più complicato oggi, con la battaglia vera, fatta di colpi di artiglieria pesante, ha molto più peso di quella ideologica.

Ma oggi, che questo tocca per davvero le nuove generazioni, torna a far rumore. Non basta la lotta per la sopravvivenza, non è sufficiente sfuggire alle bombe con l'incubo di un futuro nero. C'è il lavaggio del cervello. Una storia non semplicemente scritta dai vincitori col senno di poi, come sempre accade, ma riscritta dagli occupanti in corso d'opera, mentre sta accadendo.

Dai nazisti che i libri li bruciavano, ai russi che i libri li riscrivono a loro piacimento e li impongono. È un altro capitolo buio. Un capitolo che sembrava nascosto dalla polvere e che invece torna a essere drammaticamente attuale.

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